La morsa del Covid19, che ancora oggi continua ad attanagliare il nostro paese, ci ha abituato in questi due anni ai tristi e desolanti scenari offerti dagli stadi. Per molto tempo infatti, il lockdown ha impedito la partecipazione del pubblico privando il calcio di quello che, almeno una volta, costituiva il cuore pulsante di questo sport. Negli ultimi mesi tuttavia, grazie all’allentamento delle misure restrittive, molte tifoserie sono tornate sui cari gradoni riprovando a costruire quella semplice e nostalgica normalità. In questo scenario in realtà complesso e che ha visto riduzioni di capienze significative, diversi gruppi organizzati hanno preferito rimandare il loro accesso in curva a tempi “più favorevoli”. Tale questione ha interessato, tra le altre tifoserie, anche la curva di Cava de’ Tirreni che però proprio oggi 14 novembre, dopo una lunga assenza dal “Simonetta Lamberti”, prima per i lavori strutturali dell’impianto e poi per la pandemia, torna al proprio posto.

Per questo motivo, nonostante non si tratti di una partita di cartello ma di un modesto Cavese Portici, in città si respira un clima diverso e anche semplici tifosi sono impazienti di rivedere il settore più caldo dello stadio riaccendersi di passione.

Alle 14 in punto, dunque sono già sulla pista del “Lamberti” in attesa di un po’ di movimento. La curva nord in realtà si rivela vuota poiché, eccezion fatta per sei spettatori porticesi, gli ultras biancoazzurri già da inizio campionato non presenziano per le note restrizioni. Nella sud di casa invece campeggiano due noti striscioni che danno colore al settore ancora vuoto. Gli ultras metelliani, infatti sono radunati all’esterno della curva e, dopo circa cinque minuti dal fischio d’inizio, fanno il loro ingresso in 500 compatti e a suon di torce e petardi, facendo sentire, a tutti gli effetti, il loro ritorno.

Boati, cori secchi, battimani si susseguono incessantemente e l’attenzione, più che sulla partita alquanto noiosa, si sposta su di loro. Nel primo tempo inoltre vengono alzati due striscioni: uno in cui si rivendica la libertà di tifare ed un altro indirizzato alla società per la scellerata retrocessione dell’anno scorso. Il secondo tempo continua sulla falsariga del primo e il risultato inchiodato sullo zero a zero spinge i sostenitori di casa ad alzare il volume. La partita si sblocca solo al 95° tra il tripudio generale e una bella esultanza di tutti i calciatori sotto i propri tifosi. Da segnalare l’esposizione di altri due striscioni, uno per Gabriele Sandri e un altro in ricordo di Ugo Russo, storico massaggiatore morto due anni fa.

Vincenzo Amore