Undicesimo turno di serie C girone C che si gioca il 26 ottobre, decido di recarmi in quel di Cava de’ Tirreni per assistere al match tra gli aquilotti di casa ed il Potenza. Climaticamente è una giornata ancora testardamente estiva che non s’arrende all’Autunno ormai inoltrato: risplende un sole caldo e con una temperatura che si aggira intorno ai 25 gradi, sembra davvero tutto molto bello, se si escludesse il non di certo trascurabile particolare che è stata vietata la trasferta agli ultras del capoluogo lucano. Il pregresso fra le due tifoserie pur non del tutto pacifico, non aveva però impedito di giocare in successive occasioni alla presenza di entrambe le tifoserie, da qualche tempo però il modus operandi pare sia diventato indiscriminato ovunque: laddove possibile, ovunque sia possibile, perché prendersi l’affanno di mettere in piedi la macchina del servizio d’ordine se ci si può godere alternativamente di una giornata a mezzo servizio con un pretesto qualunque?
Nel novero dei rapporti sempre burrascosi con le istituzioni, in quest’occasione Cava, in controtendenza con il resto degli stadi, ottiene il minuto di raccoglimento per ricordare le tre giovani vite di Gaetano, Michele e Samuel, ultras foggiani vittime del tragico incidente accaduto due settimane fa dal ritorno della trasferta di Potenza. Un sussulto di giustizia che lascia comunque l’amaro in bocca se si considera che, nella stessa Foggia dove più lancinante è stato il dolore per questa perdita, lo stesso minuto di raccoglimento era stato invece negato dalla Lega. Redenzione o più probabilmente senso di colpa, inutile comunque spendere altre parole in merito, le meriterebbero sicuramente di più gli ultras cavesi per la solidarietà dimostrata al di là della differenza di colori che in certi contesti diventa irrilevante.
Dopo il minuto di silenzio, applaudito a lungo dai presenti, la Curva Sud Catello Mari alza al cielo lo striscione: “13-10-2024: la morte non è uguale per tutti”; frase che ricorda molto da vicino quella usata in occasione della morte di Celestino Colombi a Bergamo nel 1993 per mano della polizia e che, alla stessa maniera, è stata esposta da più tifoserie all’unisono in questo fine settimana, appunto per protestare contro la disumanità dei vertici del nostro pallone, che a parole si affannano a far credere che il calcio sia della gente, poi quando questa gente muore proprio per andare a vedere una partita di calcio, alza un muro di vergognosa indifferenza.
Oltre questi momenti apicali, la tifoseria blufoncé ha ovviamente sostenuto la propria squadra con continui battimani e cori assordanti mentre, nei secondi quarantacinque minuti, ha alzato un altro striscione per ricordare Stefano Cucchi rinfocolando la vecchia battaglia mai sopita sui numeri identificativi sulle divise degli agenti in servizio.
Per la cronaca, l’incontro in campo termina a reti bianchi ma, al termine della gara, la squadra di casa è stata comunque chiamata sotto il settore degli ultras, dove ha ricevuto il meritato applauso per l’impegno mostrato nell’arco della gara. Se dall’alto non si recepisce che ipocrisia, se dal rettangolo di gioco non arriva una vittoria, la tifoseria cavese si dimostra ancora una volta il vero valore aggiunto.
Testo e foto di Pier Paolo Sacco






























