Per la 19a giornata di serie D va in scena al Simonetta Lamberti un match fra due importanti e storiche compagini campane: la Cavese, reduce dall’importante pareggio di Potenza e la Turris alla ricerca di altri punti salvezza in seguito alla vittoria con il Manfredonia.

Quella di oggi, dunque, non è una sfida qualunque sia per la rivalità nota fra le due squadre sia perché match del genere rievocano, nella mente di chi ha potuto vivere quel calcio genuino che oggi appare tanto lontano, sfide infuocate in cui le tifoserie di ambo le parti ne erano le indiscusse protagoniste. Tuttavia, quello che sulla carta poteva essere un bel confronto, viene prontamente vanificato dalle autorità preposte che nella giornata di giovedì impongono il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti in provincia di Napoli. Una decisione alquanto ingiusta e che non appariva tanto scontata in virtù della trasferta concessa all’andata ai supporter biancoblu sebbene con evidenti restrizioni (80 tagliandi e biglietto nominale) ma che costò agli stessi altri 5 provvedimenti di Daspo.

Al calcio d’inizio gli spettatori presenti sono circa 1.500 e la Sud apre il sipario sfoderando una duplice coreografia per omaggiare Salvatore Mazzotta, da tutti noto come “Chequevone”, storico tifoso biancoblu deceduto prematuramente. Proprio per questo assieme allo sventolio di palloncini (prima verdi, gialli e rossi e in seguito bianchi e blu) è possibile osservare in primo piano il maestoso striscione “Ultrà Cava”, che per la ricorrenza è stato rispolverato, e che racchiude quasi trent’anni di storia di tifo biancoblu. Sicuramente non un semplice striscione.

La gara in campo, intanto, si rivela molto combattuta e tra alti e bassi la Cavese non riesce ad imprimere il proprio gioco, complice un’ottima Turris che sembra avere anche più stimoli rispetto ai padroni di casa. Proprio per questo il tifo sembra risentirne, ma al ritorno dagli spogliatoi la curva biancoblu si immedesima in un nuovo ed originale coro che riesce a coinvolgere per alcuni minuti tutto lo stadio.

Nonostante il tifo intenso e alcuni petardi che non riescono a destare i giocatori metelliani dal “torpore” che li affligge in campo, la sfida termina a reti bianche. Un pareggio che viene accolto come una vittoria dagli undici corallini ma che per la Cavese determina alcuni fischi dalla tribuna. In ogni caso i giocatori aquilotti si recano, come rituale, sotto il settore più caloroso che preferisce continuare ad incitare piuttosto che infierire sul risultato.

Lo scialbo pareggio sembra rispecchiare una gara tutto sommato deludente, noiosa e che sugli spalti poteva regalare sicuramente qualche emozione in più, ma come è consuetudine da un bel po’, quelli che un tempo erano derby di fuoco sono, purtroppo, destinati ad essere un mero ricordo.

Vincenzo Amore

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