cella1312La premessa necessaria prima di iniziare questa recensione, per quella tanto sbandierata e mai troppo perseguita onestà intellettuale, è che Daniele Caroleo, l’autore di questo “Cella 1312”, ha scritto per noi nei primi anni della nostra rivista, è tornato a farlo da qualche anno e mi piace considerarlo se non proprio un amico, nel senso più ortodosso del termine, quantomeno una persona con la quale sono legato da mutuo e sincero rispetto. Discorso analogo per Alessandro Amorese di “Eclettica”, la casa editrice per la quale questo libro è stato pubblicato. Tendenzialmente sono piuttosto benevolo nelle mie recensioni, cerco sempre di trovare almeno qualche lato positivo in tutti i libri, fermo restando i lati negativi sui quali, per la stessa onestà di cui sopra, non riesco a soprassedere. Detto questo, se volete credere ad un pizzico di benevolenza in più per questo libro fatelo pure, e considerate in proporzione quanto segue.
Assolto l’obbligo di carattere etico-professionale, passiamo ad assolvere gli obblighi tecnici: “Cella 1312” scritto, come detto, da Daniele Caroleo per i tipi della “Eclettica Edizioni”, all’interno della collana “Vagone ristorante”, consta di 84 pagine e lo trovate con ISBN 978-88-97766-39-1 al prezzo di 12 €. Da uno sguardo veloce in rete, su ibs.it l’ho trovato a 10.20 €, se volete cimentarvi in qualche altra ricerca, magari spuntate un prezzo ancora migliore.
A proposito di prezzo, è proprio questo il primo punto critico che ho rilevato: 12 € mi sono sembrate sinceramente troppe per così poche pagine, a fronte di una edizione non certo pregiata per carta o copertina; siamo più o meno ai livelli delle versioni “paperback”, ma non nel prezzo. Mettiamola così: una piccola casa editrice merita sostegno; diamoci e diamole questa giustificazione.
Venendo al libro in sé, i refusi sono pochi, la lettura scorre piacevole e si esaurisce in pochissimo tempo. Questo romanzo breve immagina lo scenario di una società futura in cui il pensiero libero è ormai bandito e la classe dominante esercita il proprio potere grazie ad un controllo totale sui dominati: chi osa mettersi di traverso va semplicemente spazzato via, “cancellato”. Se avete letto Orwell, Huxley, Dick, questa trama vi sembrerà familiare, anche se (senza offesa e per stessa ammissione dell’autore in prefazione) resta imparagonabile ai lavori di questi maestri del genere. In tutto ciò, il mondo ultras è inserito attraverso flashback del nonno del protagonista, che racconta la sua gioventù da stadio e gli ultimi slanci di ribellione giovanile all’omologazione. Non è propriamente forzato, diciamo che è più che altro poco diluito nel tutto: questa sensazione la si ha poi diffusamente per tutto il libro, leggendo il quale mi son ritrovato a concludere che l’idea di fondo era bella ed interessante, ma poteva (e forse doveva) essere sviluppata ulteriormente, soprattutto per rendere al meglio le sfumature di storie, personaggi, luoghi e tempi. Sintetizzando in meno di cento pagine, si finiscono inevitabilmente per appiattire certi “colori”, per esempio il protagonista principale e suo nonno sembravano essere lo stesso identico personaggio per modo di parlare e pensare.
A parte una certa monodimensionalità, difficilmente eludibile in così poco spazio, “Cella 1312” resta una bella idea, di cui mi sono piaciute soprattutto alcune invenzioni letterarie come le registrazioni sensoriali (con cui i sudditi sono tenuti sotto controllo fin nei propri pensieri) o i Custodes, i poliziotti di questa società futuristica che si ispirano a Giovenale, citato proprio ad inizio libro: “Quis custodiet ipsos custodes?”, chi controlla i controllori? Dove può portare la deriva di una società che delega anche le sue libertà basilari in cambio della promessa della sicurezza sociale? Ma è questa davvero sicurezza sociale oppure è una pacificazione coatta sotto il cui tappeto si nascondono e si soffocano il dissenso ed ogni pensiero non omologo o non conforme al pensiero dominante?
In conclusione, una riflessione seria, bella ed importante. Un libro che poteva essere sviluppato di più e meglio ma che, in quanto opera prima, merita tutte le attenuanti del caso, il sostegno e la speranza di una più ampia trattazione dell’argomento nel prossimo futuro. Questo almeno è il mio personale augurio all’autore, il mio personale in bocca al lupo ad un ragazzo umile e serio che ha sempre lavorato con la testa e con il cuore, ed anche in questo caso lo si vede appieno.

Matteo Falcone.