Mercatifo_SupertifoA partire dalla seconda metà degli anni ottanta, quando i computer erano dominio per pochi poiché ancora in fase embrionale e internet era un’utopia, si iniziava a diffondere la corrispondenza tra tifosi. Vari sostenitori delle più varie squadre si tenevano in contatto per aggiornarsi sulle vicende della propria compagine e della propria curva, ma la corrispondenza non si limitava a scambiarsi lettere bensì si imperniava attorno anche a qualche foto del proprio gruppo, un adesivo, oppure la sciarpa della propria squadra del cuore per avere in cambio il materiale del proprio amico.

Sicuramente le foto delle curve erano le più ambite, soprannominate fototifo. Questo sistema permetteva, soprattutto per quel che riguarda le squadre dilettantistiche, di conoscere le piccole realtà, note a pochi. In quegli anni il materiale che girava era tantissimo, le foto che venivano scambiate potevano essere di diverso tipo: da quelle professionistiche scattate dal fotografo ufficiale dal campo, alle semplici foto amatoriali scattate con una macchinetta “usa e getta” direttamente dal proprio settore, che per i feticisti andavano sempre bene, ancor più se si trattava di soggetti mediamente introvabili. Ma della foto non era importante solamente la parte frontale stampata su carta lucida o opaca, lo era anche il retro che riportava la firma o il timbro di chi l’aveva avuta al precedente scambio, oppure il logo del proprio gruppo o qualche frase di astio verso la più grande rivalità.

La corrispondenza tra tifoserie ebbe il suo culmine negli anni novanta, anche grazie al periodico Supertifo, all’interno del quale era presente il “Mercatifo”, alcune pagine che riportavano piccoli annunci di chi voleva scambiare, con l’indirizzo a cui scrivere. Con il passare degli anni si diffusero anche gli escamotage per riutilizzare i francobolli: ricoperti con uno strato di colla trasparente, che faceva da “scudo” all’inchiostro del timbro postale, poi bastava farseli ritagliare e rispedire dal proprio corrispondente, staccarli dalla precedente busta immergendoli in acqua e dopo averli fatti asciugare erano come nuovi, pronti per un’altra spedizione.

Ma la corrispondenza non era solamente fototifo in quanto esistevano collezionisti di sciarpe, adesivi oppure dei biglietti d’ingresso allo stadio. Non mancavano anche quelli che ricercavano i negativi, che poi andavano a sviluppare personalmente nei laboratori di fotografia. La corrispondenza è durata circa un ventennio, fino all’arrivo dei nuovi mezzi di comunicazione e con l’arrivo delle fotografia digitale che ha completamente rivoluzionato il mondo della fotografia. Ormai tutt’oggi sono rimasti in pochi quelli che scambiano foto in formato cartaceo, ma sono in tanti quelli che hanno ancora ben conservato, in vecchie scatole di scarpe, tutto il materiale accumulato negli anni, che riporta alla mente gli anni della gioventù.

Attualmente lo scambio di foto è cessato quasi completamente (sopravvive giusto la nicchia degli amatori o di quelli che si scambiano file digitali), rimane invece attivo, nel sottobosco, lo scambio di adesivi e sciarpe. Sono anche tanti quelli che dopo aver accumulato materiale negli anni, lo cedono a prezzi esorbitanti. Adesivi venduti a 30 volte il proprio valore o sciarpe che superano abbondantemente lo stipendio mensile di un operaio danno perfettamente la dimensione di come, anche all’interno del mondo del tifo, la passione genuina dei pionieri sia stata insinuata da avvoltoi e sciacalli.

L’avvio del digitale si può definire l’avvento di una nuova era, che sicuramente ha ottimizzato i tempi, i modi e i costi di comunicazione, che si lascia alle spalle tempi memorabili, che non ritorneranno più indietro: avere tra le mani una foto cartacea che ha girato l’Italia, che è passata tra le mani di tanti corrispondenti da Torino ad Agrigento, non avrà mai lo stesso sapore di una foto visualizzata sul display del proprio notebook.

Federico Longo.