La sfida fra Cerignola e Bitonto rappresenta la chiusura perfetta di un cerchio. Proprio contro il Bitonto nel 2016, dopo aver lungamente duellato in testa alla classifica dell’Eccellenza Pugliese, il Cerignola conquistò la Serie D con un 6-1 senz’appello che, alla penultima giornata, permise agli ofantini di portare a 5 i punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice appena sconfitta e festeggiare quindi matematicamente la Serie D.

Quest’anno è andato in scena una sorta di sequel di quella stagione, con Cerignola e Bitonto ancora a darsi battaglia lassù, nel girone H di Serie D, che questa volta metteva in palio un premio molto più pesante. Quella Serie C a cui la compagine gialloblu aveva tentato più volte l’assalto vedendosela sempre sfuggire per un’inezia o addirittura per un colpo di mano del palazzo, come nell’estate del 2019 quando, dopo aver vinto i playoff di Serie D, venne inizialmente ammessa in Serie C e poi esclusa definitivamente dopo una serie di ricorsi e controricorsi in tribunale. Parlando di corsi e ricorsi della storia invece, anche Bitonto è passata per un calvario analogo, alla fine della stagione di Serie D sospesa per Covid in cui si trovava in testa al campionato; ammesso in prima istanza al campionato di C, fu invece poi estromesso per una combine con il Picerno saltata fuori in seconda battuta.

Al di là di tutte le reminiscenze del passato però, e al netto delle tensioni che sempre accompagnano i momenti storici, questa gara ha un sottotesto diverso. Detta come va detta, non è che l’ufficializzazione di un dominio annunciato e incontrastato dall’inizio della stagione. Non a caso lo stesso Bitonto che per lungo tempo ci aveva provato ad insidiare il primato, detenendolo anche per un certo periodo, ha poi tirato i remi in barca perché era umanamente impossibile resistere alla potenza di fuoco dell’armata cerignolana.

La gara di oggi perciò ha rappresentato il perfetto coronamento del sogno lungamente accarezzato. Giornata splendida già a partire dal punto di vista meteo, stadio stracolmo, gradinate che trasudano entusiasmo, coreografie, cori incessanti, fumogeni, sciarpate. Fino al 60esimo, quando arriva il goal che scioglie anche le ultime tensioni residue in un grande abbraccio collettivo, con il “Monterisi” che diventa una bolgia e con l’immancabile quanto meritata festa dopo il triplice fischio finale. Incontenibile nei ristretti confini dello stadio tanto che si allargherà naturalmente al resto della città, fra caroselli e assembramenti festosi nei luoghi simbolo della città, gli stessi già celebrati nella coreografia iniziale.

A margine di questo monopolio gialloblu va segnalata la presenza che per onor di firma i bitontini portano a Cerignola. Quasi una trentina i tifosi neroverdi fra i quali sono quasi una decina quelli che cercano di compattarsi e farsi sentire come possono in una giornata in cui onestamente potevano fare poco. E quel che dovevano fare l’hanno fatto. Per cui va bene così.

Non resta che aspettare la prossima stagione, per potersi misurare come piazza in termini sportivi e ultras con ben altre realtà. Quella stessa realtà in cui, per ora, l’unica cosa che conta è essere riusciti a trasformare il loro vecchio sogno ricorrente.

Foto di Vincenzo Fasanella
Testo a cura della redazione