Gli ultimi chilometri di ferrovia che mi portano a casa dall’ennesima partita stagionale sono i più belli. Con il treno vuoto, una sottile pioggia a bagnare i finestrini ed il solo rumore del convoglio a dilaniare un silenzio che sarebbe talmente profondo da permettere qualsiasi genere di riflessione introspettiva. Mi ero dimenticato dell’importanza che il viaggio, la visione di un nuovo stadio e l’odore del tifo hanno nella mia psiche. Un toccasana che riesce a riattivare anche altre emozioni e altri stimoli. Quando si guarda la nostra quotidianità con disprezzo, quando se ne ricava solo il peggio e solo la negatività, credo sia sempre utile trovare il tasto giusto. Il pulsante da cui poter ripartire e in cui ritrovare una motivazione.

Anche solo una. Pure solo per due ore o per un istante. La necessità di sentirci vivi passa per queste piccole cose e ci forgia. Passa attraverso le passioni e il vivere senza la pressione esterna. In quegli ultimi chilometri prima di casa riesco ancora a trovarci un sorriso ma anche un momento di malinconia, che non fa per forza rima con tristezza.

Bando alle ciance e alle melense introduzioni in cui spesso mi perdo, il Monterisi di Cerignola può essere depennato dalla mia personale lista di stadi non ancora visitati nel Belpaese. E per farlo scelgo una partita di tutto rispetto, con i pugliesi in testa al girone e lanciatissimi verso la Serie C e una Nocerina che da qualche tempo ha ritrovato l’entusiasmo del suo pubblico grazie al cambio di società.

Sebbene il match si giochi in infrasettimanale alla fine i numeri saranno di tutto rispetto, con una settantina di tifosi molossi a prendere posto nel settore ospiti.

L’impianto cerignolano preserva un suo fascino retrò. Incastonato tra i palazzi e attaccato al campo. Con diversi murales di stampo ultras a far da proscenio alla Curva Sud, di recente costruzione. Dopo vari tentativi falliti, quest’anno i padroni di casa sembrano aver imboccato la strada che porta al professionismo e ciò non può che galvanizzare l’intera comunità cittadina. A colpirmi in positivo è la semplicità con cui si riesce a entrare in campo, l’assenza di quelle manie di protagonismo tipiche per molti uomini in pettorina gialla e il poter tranquillamente girovagare attorno al campo per scattare. Sicuramente con un’eventuale Serie C molto di questo verrà cambiato, ma è innegabile che in un mondo dove spesso anche in Eccellenza solerti commissari di campo creano problemi laddove non sussisterebbero, giornate come queste sono ossigeno allo stato puro.

Quasi a voler accompagnare i ritmi distesi di uno stadio che – a causa dello scomodo orario delle 15 – affluisce lentamente e all’ultimo momento, la gara inizia con qualche minuto di ritardo. Gli ultras di casa colorano il proprio settore con una bella fumogenata, cominciando poi a farsi sentire con cori e battimani di fedele stampo italiano. Ho avuto modo di vedere i supporter gialloblu in una sola occasione: era il 2013 e l’Audace fronteggiava la Fermana per la finale di Coppa Italia Eccellenza (terminata 1-0 per i marchigiani). Ovviamente giudicare una tifoseria tra le mura amiche è sempre diverso rispetto al suo formato trasferta. Quello che noto è la veracità del pubblico cerignolano. Dalla movimentata tribuna alle mie spalle, passando per la curva e la tribuna coperta, si percepisce un’aria villereccia mischiata a una grande dose di folklore. Tanta gente attempata assiepa i settori scagliandosi contro arbitri e giocatori avversari. Insomma, un ambiente rustico in cui non sfigura affatto la tromba suonata in stile argentino sulle gradinate.

Gli ultras della Nocerina fanno il loro ingresso qualche minuto dopo il fischio d’inizio, proprio quando la loro squadra trova il vantaggio. L’esultanza è sfrenata e anche provocatoria nei confronti del pubblico dirimpettaio. I Molossi mettono subito le cose in chiaro scandendo diversi cori contro la Puglia e cercando in tutti i modi di innervosire i tifosi di casa. Non che ci sia rivalità tra le due fazioni, ma come da loro fama i rossoneri non lesinano la ricerca di “rogne” gratuite quando giungono in terre a loro poco inclini. Questo ovviamente accende il confronto, con la tribuna gialloblu – dove campeggia lo striscione Fedelissimi – impegnata sovente in un duello fatto di male parole e gestacci con i campani.

A dire il vero anche il presidente Quarto ci mette del suo durante l’intervallo, transitando sotto i nocerini e rivolgendosi a loro con il dito sulla bocca, invitandoli a fare silenzio.

La gara in campo è bella e scoppiettante, con la Nocerina che prima trova due volte il vantaggio ma poi capitola nel finale con il rigore trasformato dall’odiato ex Malcore. L’andamento del match rende frizzante anche il tifo sugli spalti. La Sud cerignolana si mette in mostra con una buona prova: il nucleo centrale riesce a coinvolgere anche il resto del settore. Vengono accese una quantità industriale di torce e fumogeni, cosa che ovviamente può solo far piacere a tutti gli amanti della pirotecnica. Anche su fronte ospite la performance è di tutto rispetto: i rossoneri alternano manate a cori prolungati, non facendo mancare il loro sostegno per tutti i novanta minuti.

Quando l’arbitro decreta la fine delle ostilità il servizio d’ordine dà priorità al deflusso dei tifosi campani, mentre il pubblico gialloblu ne approfitta per festeggiare con la propria squadra. In campo entrano moltissimi bambini (credo delle squadre giovanili) oltre a dirigenti e parenti dei calciatori. Per una buona decina di minuti tutti si trattengono sotto la Sud seguendone i cori e cercandone i volti tra il denso fumo delle infinite torce.

Anche per me è arrivato il momento di andarmene. Il cielo che ha promesso pioggia per tutto il pomeriggio alla fine mi è stato amico, non riversandomi addosso neanche una goccia. E considerata la mia idiosincrasia nei confronti di questo fenomeno atmosferico posso considerarlo davvero un gradito regalo.

Posso accendere il pc sul treno e abbandonarmi al succitato piacere introspettivo. Casa è ancora lontana, così come quegli ultimi chilometri prima dell’arrivo. Eppure i nervi e i muscoli possono rilassarsi e pensare a ciò che verrà. Conscio che ad ogni arrivo corrisponde una ripartenza.

Simone Meloni