Cerignola è uno di quei posti difficilmente raggiungibili viaggiando con i mezzi. Sì, la stazione dei treni c’è, ma non a caso si chiama Cerignola Campagna: si trova molto fuori città e non trovavo abbastanza informazioni su un eventuale pullman che la collegasse con il centro. Grazie ad un amico (che a questo punto ringrazio), che mi ha organizzato il trasporto dalla Stazione fino al centro della città, il problema s’è risolto.

Cerignola conta sui 60.000 abitanti: da me, in Svizzera, sarebbe la decima città più grande; in Italia e addirittura in Puglia, viene considerata quasi alla stregua di un paese. Che qualcuno mi ha sconsigliato di andare a visitare. Non so perché: il centro è piccolo, ma carino; la gente al bar è ospitale, al massimo un po’ curiosa, ma mai scortese.

Circa dieci anni fa, in una girandola di video su YouTube, ne avevo visto per caso uno degli Ultras del Cerignola. Stavano fuori dallo stadio di Toritto e cantavano un coro su una melodia che non avevo mai sentito prima (https://www.youtube.com/watch?v=pY8_3gO_36s). La cosa non mi lasciò in pace, la melodia mi perseguitò così a lungo e che mi ripromisi prima o poi di andare a Cerignola. Ci provai già una volta, elaborando completamente i mie piani ma senza poi riuscirci visto che la partita in questione si giocò a porte chiuse. Quindi oggi, Sabato 2 Ottobre del 2021, è la volta buona. La volta buona per il mio personale Stadio 139 in Italia. Uno Stadio molto particolare. A cui va aggiunto il fatto che la partita si giochi di sera e quindi sotto i fari, cosa che aggiunge sempre un fascino in più.

Quel che vivo a Cerignola sembra un tuffo nel passato. A cominciare dai murales che si trovano nell’antistadio del Monterisi: tanti, ben fatti e nessuno sembra intezionato a “pulire” questi vecchissimi muri e cancellare queste tracce di memoria storica collettiva. “Lunga vita agli Ultras” è quello più canonico, ma ci sono anche: “Audacia, impegno, sacrificio e attaccamento ai colori sociali”; “Difendi quello che ti appartiene, onora quello che ti rappresenta”; “Ogni nostro sogno ribelle sulla nostra seconda pelle” ed un gigantesco “Curva Sud Dino Gallo”.

Lo Stadio consiste di quattro tribune diverse che immagino siano sorte in epoche differenti, visto che ricordo (sempre se la memoria non mi inganna) gli Ultras in Gradinata e non in Curva e gli ospiti su due gradini stretti invece che sulla tribunetta di oggi. A questo, i palazzi residenziali in mezzo ai quali il Monterisi si trova, aggiungono un tocco di romanticismo al tutto. Qui il calcio si gioca in pieno centro: il grande Duomo o la Piazza non sono neanche a dieci minuti di cammino.

Pian piano, mezz’oretta prima della partita, lo Stadio comincia a riempirsi. Purtroppo non ho trovato un dato ufficiale del numero spettatori, ma direi che c’erano tra 1500 e 2000 persone. Un numero molto alto per la categoria (Serie D), ma al Sud è una cosa che avviene spesso. Ed è proprio questo che mi affascina – così come il ritrovarmi al cospetto di una Curva decisamente vecchio stampo. Infatti, dentro si vedono vecchi e giovani, ma anche ragazzi piccoli, tutti fianco a fianco per sostenere la squadra della loro città. Dimostrano un attaccamento che non è facile trovare proprio dappertutto. Non è un caso che, pur essendo in provincia di Foggia, in nessun posto della città si trovi un vessillo o altro del Foggia.

Per l’ingresso delle squadre in campo, la Curva non ha preparato nulla di particolare. Sventola qualche bandiera, si alza qualche sciarpa e si canta. Non serve altro per dare calore a questa partita. Al secondo minuto, i gialloblù passano già in vantaggio: Loiodice segna un gol al volo spettacolare da oltre 20 metri. È qui che ha inizio la festa. Per il Nola ci pensa il portiere Cappa a non far incrementare lo svantaggio di questa trasferta resa ancora più difficile dall’assenza degli Ultras: per quanto ho saputo, Essepienne e soci non sono ancora tornati allo Stadio, nemmeno gli ottimi rapporti con la tifoseria di casa sono stati un motivo valido per recedere da questa scelta. Peccato, mi avrebbe fatto molto piacere vederli, però sono scelte che vanno sempre rispettate. Nel settore ospiti, ad ogni modo, presenzia una dozzina di persone che però guarda la partita in rigoroso silenzio e di cui non conserveranno un gran ricordo.

Al 20’ minuto, infatti, ancora Loiodice, servito da un assist di tacco di altre categorie, mette a segno il 2-0 per i Pugliesi. Dei Campani, in campo, non vi è traccia, domina una sola squadra, sostenuta da una Curva in grande spolvero e che ad ogni occasione da rete, alza ulteriormente il volume. Al 60’, il terzo gol porta la firma di Sirri, e al 74’ si iscrive nella goleada anche Malcora che trasforma un calcio di rigore. Tra il terzo gol ed il poker, gli Ultras locali accendono qualche torcia lampeggiante sotto il loro settore, che illumina l’ormai scura serata nell’entroterra Pugliese.

Lo score alla fine sarà tennistico: segnano anche Mincica e Palazzo, fissando il risultato sul 6 a 0. E la Curva lo festeggia a modo suo: dalla Curva si alza un lungo show di fuochi d’artificio a conclusione di questa serata di festa. È una cosa che non vedevo da tantissimi anni, che per l’ennesima volta mi porta a rivivere questo deja del passato: volti per lo più scoperti che accendono gli articoli pirotecnici in tutta tranquillità e nessuno (nemmeno le pochissime forze dell’ordine presenti) sembrano disturbarsi per questo. Anzi, la gente in Tribuna si alza ed applaude sia la squadra che i tifosi. A questo punto finisce una serata per me memorabile. Non ho legami di nessun tipo con questo posto, ma è stata un’avventura affascinante vederlo. E una serata che forse aiuta a rendermi un’idea di come si viveva il calcio minore in Italia negli anni passati.

Remo Zollinger