Contrariamente a quanto la tradizione delle due tifoserie e i numeri in gioco possano far supporre, se dovessi pensare a un aggettivo per descrivere questa gara, quello è sicuramente: noiosa. Ne ho viste tante di partite del Cesena, in tanti anni e tante categorie diverse. Confronti in cui si sono avvicendate nel settore ospiti del “Manuzzi” tantissime tifoserie ospiti con alterne fortune e prestazioni, ma andiamo con ordine.

Partiamo dai padroni di casa. Prestazione fra le meno convincenti di sempre, raramente li ho visti così spenti. Già qualche mese fa, nell’ultima occasione in cui li avevo visti contro il Brescia, non avevano brillato particolarmente: credevo fosse attribuibile al gemellaggio e alla mancava di motivazioni o mordente che una tifoseria rivale può incentivare.

Questa volta, invece, avevano di fronte una tifoseria con cui, pur non esistendo una rivalità accesa, c’è comunque un po’ di quel sano astio a far da benzina sul fuoco. In circa duemila, con un drappello di tifosi presenti anche in tribuna lato Curva Ferrovia, gli ospiti non si sono tirati indietro alimentando un po’ di tensione e affrontando il confronto sugli spalti con un certo spirito combattivo. C’erano tutte le premesse e gli stimoli per un tifo di alto livello, eppure la Curva Mare è apparsa stranamente spenta: cori cantati da poche persone, partecipazione circoscritta al solito quadrato a cavallo delle zone di competenza di WSB e Sconvolts e molti momenti di silenzio in cui i baresi si sono infilati più volte nel corso della partita.

Il tifo bianconero è stato in definitiva mediocre, con poca voglia di cantare e poco entusiasmo. E questo malgrado il ritorno in Serie B e una squadra che, tutto sommato, si trova in zona play-off. C’è qualcosa che in maniera evidente ha smesso di funzionare negli ingranaggi o forse negli equilibri del tifo romagnolo. Numericamente la curva è sempre piena ma, stranamente, a livello qualitativo e di coinvolgimento collettivo siamo ai minimi storici degli ultimi anni.

Anche i tifosi del Bari, a loro volta, sono stati autori di una prova anonima. Erano in tanti certo, ma alla fine i più attivi sono stati principalmente quelli del “quadrato nero” intorno allo striscione dei Seguaci, che hanno cantato per tutta la partita. Il resto della curva ospiti si è fatto sentire solo in pochi momenti: nei cori di sfottò pre-partita, all’ingresso delle squadre in campo e poi di nuovo verso metà del secondo tempo, poco prima del pareggio del Cesena. In quel frangente, un coro nuovo ha riacceso gli entusiasmi nel settore, ma complessivamente la loro prestazione è stata modesta, nonostante il numero.

Nel corso degli anni ho visto tifoserie altrettanto numerose, ma decisamente più compatte e partecipi nel sostenere la propria squadra. Nel finale di partita, vista l’importanza del match in termini puramente calcistici, anche il gruppo dei distinti si è compattato, offrendo un buon colpo d’occhio e facendosi sentire con alcuni cori e qualche battimano.

Certo, attingendo alla tradizione, nulla può mettere in discussione lo spessore di Cesena e Bari, ma è proprio conoscendo il loro enorme potenziale che è lecito attendersi un repentino ritorno alla loro migliore forma. Per restare su metri di paragone calcistici, dai giocatori di classe e fantasia ci si aspetta sempre di più di una giocata scolastica a cui è chiamato il medianaccio messo a far la guardia davanti alla difesa.

Testo di Giangiuseppe Gassi
Foto di Giangiuseppe Gassi e A.A.