A soli quattro giorni dal deludente pareggio contro la Pro Vercelli, una nuova sfida da “dentro o fuori” attende il Cesena. Contro l’ostico Carpi l’imperativo resta sempre lo stesso. Vincere per allontanarsi il più possibile dalla zona calda della classifica.
Malgrado l’amarezza per aver buttato alle ortiche i tre punti nell’ultimo match casalingo, la Curva Mare non si abbatte ed anzi, al contrario, si rimbocca le maniche e si presenta in gran spolvero, pronta a sostenere ancora una volta, fino all’ultimo minuto, i propri beniamini. E per riuscirci al meglio, gli ultras romagnoli decidono di organizzare una coreografia semplice ma d’effetto, colorando il settore più caldo dello stadio Manuzzi con palloncini bianchi e neri che salutano l’ingresso in campo delle due squadre.
Lo spettacolo è garantito, anche se non dura molto, vuoi perché in tanti si divertono più a far scoppiare i palloncini che non a sventolarli, vuoi per via del doveroso minuto di raccoglimento in memoria dello sfortunato Davide Astori. Ma quando l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità, la Curva Mare riparte alla carica con il proprio sostegno vocale ed il costante sventolio di bandiere che accompagnano i cori quasi di continuo per tutti i novanta minuti di gioco.
Il Carpi è un avversario tignoso, che sicuramente ci tiene a fare bella figura, al cospetto oltretutto di un ex di tutto rispetto come Fabrizio Castori, attuale mister dei bianconeri romagnoli. La Mare non molla e canta ininterrottamente fino alla fine, mentre in campo gli undici in maglia bianca e calzoncini neri le provano tutte pur di riuscire ad avere la meglio su un Carpi che, al triplice fischio dell’arbitro, esce indenne dal terreno di gioco.
In curva ospiti, anche stavolta non manca all’appuntamento una pattuglia di sostenitori carpigiani. Numericamente risicati, laddove i numeri non sono mai stati un loro punto di forza, si presentano divisi in due gruppi. Il più numeroso, fa capo agli storici gruppi, “Guidati dal Lambrusco” e “Mucchio Selvaggio”, che appendono i rispettivi drappi sulla vetrata davanti a loro, mentre i Panthers sistemano il loro striscione nel secondo anello.
Tutti insieme fanno del loro meglio per sostenere il Carpi ed un paio di volte riesco anche a sentire distintamente i loro cori. Impresa non certo facile, considerato il numero di supporter biancorossi al seguito della propria squadra. A fine partita salutano la convincente prestazione dei loro beniamini con una bella e fitta sciarpata.
L’altro gruppo biancorosso presente nel settore ospiti si posiziona invece un po’ più defilato ed assiste alla partita reggendo in mano i propri vessilli. Li vedo meno attivi, nel tifo, rispetto all’accoppiata “GdL-MSC”, ma non mancano di intonare qualche coro per il Carpi e sventolare le bandiere al seguito. Al fianco dei carpigiani, questa volta non ci sono i loro amici bolognesi, per la delusione (forse) di un distinto gruppo di giovani romagnoli appollaiato nella parte bassa del settore adiacente.
Giangiuseppe Gassi