Il Cesena soffre e soccombe al cospetto di un Cittadella che, al di là del blasone, si dimostra ancora una volta ottimamente attrezzato e ben messo in campo. E la classifica, da questo punto di vista, parla molto chiaramente.

La partita è vibrante e ricca di colpi di scena, contornata dal sostegno della Curva Mare che, fin dall’ingresso in campo delle due squadre, mostra di essere in giornata di grazia.

Infatti, una coreografia “vecchia scuola”, semplice ma di grande effetto, saluta l’inizio della partita, trasformando la curva di casa in un enorme muro di fumo bianconero da cui, una volta diradata la coltre, si palesa una sbandierata di grande effetto, con tutti i vessilli dei principali gruppi in bella mostra.

Sullo sfondo, uno striscione in ricordo dell’indimenticabile Marco Pantani, grande campione e tifoso del cavalluccio bianconero.

Da qui alla fine, il sostegno della Curva Mare farà costantemente da colonna sonora ai numerosi e ripetuti assalti alla porta avversaria da parte degli undici di mister Castori, nel tentativo di rimettere la partita in equilibrio. Diversi anche gli striscioni che verranno esposti dagli ultras romagnoli per i loro compagni di curva.

Il cronometro che corre inesorabile verso il novantesimo non scoraggia la tifoseria bianconera a credere fino in fondo in un pareggio che, a questo punto, porterebbe in dote un punto prezioso in chiave salvezza.

La Curva Mare ci crede e sostiene a gran voce la propria squadra. Così come ci credono anche tutti i presenti all’interno dello stadio Manuzzi, che accompagnano con boati e fischi le giocate dell’una e dell’altra squadra.

Ed è particolarmente bella e significativa la scena che noto di fronte a me, nei Distinti superiori, dove due bambini partecipano con trepidazione ai minuti finali della partita, cantando tutti i cori della curva e saltando al ritmo dei tamburi, tenendo costantemente sollevata sopra le loro teste un’unica sciarpa bianconera, la stessa che condividono e che ammaineranno solo dopo che il triplice fischio dell’arbitro avrà sancito la fine delle ostilità.

Gli ospiti si presentano in Romagna in numero discreto, tenuto conto delle loro potenzialità. Colorati e goliardici come di consueto, si danno da fare per sostenere la loro squadra con qualche coro e con dei battimani, accompagnati dal ritmo di un tamburo.

Divertente il siparietto che si crea quando un pallone calciato dal campo termina in curva ospiti, con lo stesso pallone che comincia a volare da una parte all’altra del loro settore.

Nessuna considerazione per gli ospiti da parte del solito manipolo di giovanotti romagnoli posizionati casualmente nella parte bassa dei Distinti.

Giangiuseppe Gassi