Per portarci a pari con alcune tifocronache dal Manuzzi con le quali siamo rimasti indietro, cominciamo con questo Cesena-Montevarchi, più specificatamente cominciamo con gli ospiti che giungono in Romagna in buon numero, se si considera che non stiamo parlando di una città di grandi dimensioni, anche se alla base di ciò va contestualizzata anche la loro importante tradizione calcistica che, nel recente passato, li vide impegnarsi egregiamente anche nella vecchia Serie C1. Tornati finalmente sui gradoni del professionismo lungamente inseguito, rispondono appunto con una buona prestazione. Il loro zoccolo duro si raccoglie dietro una serie di pezze tenute a mano, tutte molto belle sia per fattura che per contenuti. Altrettanto curati dal punto di vista estetico i loro bandieroni che sventolano per tutta la partita. Il tifo propriamente detto è altrettanto positivo e continuo, tanti i battimani, poche e comprensibili pause nell’arco dei novanta minuti. Nel complesso insomma, sono autori di una prova che può senza dubbio considerarsi positiva, specie al cospetto di uno stadio che oggi è vivo e in cui loro riescono a ritagliarsi i loro spazi di visibilità.

Carica la Curva Mare di casa che con due sciarpate incrementa il colpo d’occhio dal punto di vista cromatico, anche se da un punto di vista puramente numerico permangono alcuni vuoti al primo anello. Con tutto il resto dello stadio, applaudono uno striscione montevarchino con cui gli stessi hanno ricordato tre personaggi cari ad entrambe le tifoserie, anche se poi, subito dopo e per non dare adito ad equivoci sui loro sentimenti, alzano un coro perentorio dedicato non tanto ai soli ospiti ma un po’ a tutta la Toscana. Per scaramantica tradizione, nell’ultima parte di gara la zona solitamente occupata dai ragazzi di Bellaria, vede i suoi presenti sfidare a torso nudo il gelo di questa giornata invernale. Il campo li premia per l’ardita prova d’amore: il Cesena vince 3 a 1 e resta in scia delle prime della classe anche se sembrano giocare un campionato a sé.

Foto di Giangiuseppe Gassi