Contro un coriaceo Pineto, non a caso quarta forza del girone F, il Cesena di Beppe Angelini riesce nella sciagurata impresa di uscire sconfitto dalle mura amiche del Manuzzi.

Una partita che era da vincere, senza se e senza ma, visto che da qui alla fine del torneo mancano ancora sei giornate e sono a questo punto soltanto quattro i punti di distacco da un Matelica apparentemente ancora in corsa per il primato.

Evidentemente, il fiato sul collo da parte dei marchigiani mette il nervoso addosso ai ragazzi in maglia bianca e calzoncini neri. Questi disputano sì una buona gara (e le percentuali sul “possesso palla” lo possono confermare) ma si dimostrano confusionari ed imprecisi in fase conclusiva, permettendo ai ragazzi del Pineto di ripartire in contropiede e rendersi pericolosi, fino alle estreme conseguenze, come dimostrano infine i due goal messi a segno dagli abruzzesi.

Detto della partita in campo, ecco alcune brevi considerazioni su ciò che si è visto sugli spalti.

Dei sostenitori ospiti, nulla da dire, in quanto non pervenuti, fatta eccezione per un manipolo di “accreditati” presenti in tribuna, presumibilmente parenti ed amici dei calciatori abruzzesi, che si limitano ad esultare in occasione dei due goal.

Per quel che riguarda la curva di casa, massimo rispetto per chi, anche oggi, si è sgolato dal primo all’ultimo minuto di gioco. Senza nemmeno un attimo di sosta, hanno fatto del loro meglio per sostenere i calciatori del Cesena scesi in campo e, nello stesso tempo, per intimorire gli undici avversari.

Presenti al loro fianco, per l’occasione, gli amici di Stoccarda. Tanti cori e tanti battimani, questi ultimi davvero molto ben riusciti. La Curva Mare è stata la colonna sonora, continua e costante, di tutti i novanta minuti di gioco.

Malgrado la cocente e preoccupante sconfitta, loro non si demoralizzano affatto, anzi tutt’altro. La dimostrazione tangibile di ciò la danno subito dopo la fine della partita, quando i giocatori bianconeri, che stavano rientrando negli spogliatoi accompagnati dai fischi dei Distinti e della Tribuna, sono stati richiamati a gran voce sotto il proprio settore e lì, una volta radunatisi di fronte all’anima più calda e passionale del Manuzzi, coinvolti in un coro “a ripetere” a cui hanno partecipato, commossi ed entusiasti allo stesso tempo.

La Curva Mare è riuscita così a trasmettere ai propri giocatori la giusta carica al momento giusto. E se questo sarà vero oppure no, sarà il campo a dimostrarlo, tra sette giorni, in quel di Campobasso. Perché, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

Giangiuseppe Gassi