Cesena – Recanatese è stata un’autentica sfida in stile “Golia contro Davide”, con tanto di risultato finale che ha visto la piccola Recanatese, una vita intera trascorsa tra i campi polverosi delle categorie regionali marchigiane e la serie D, espugnare un campo sul quale, se solo ci si pensa, fino a pochi anni fa le grandi del calcio italiano dovevano spesso faticare per riuscire ad uscirne indenni (Juventus docet).

Mentre oggi, all’umiliazione del fallimento e del dover ricominciare dalla serie D, i tifosi del Cesena hanno dovuto aggiungere anche la prima (e si spera ultima) sconfitta casalinga.

Troppo. Davvero troppo, per una tifoseria che ha dimostrato anche stavolta di meritare ben altri palcoscenici, sottoscrivendo più di ottomila abbonamenti a scatola chiusa e che, ogni domenica, raggiunge lo stadio Manuzzi dai quattro angoli della Romagna, dall’Appennino al mare, per sostenere i propri colori.

La sconfitta odierna, maturata per mano di una Recanatese ben messa in campo e tanto coriacea quanto “fisica”, è frutto anche dell’assenza delle due principali bocche di fuoco bianconere, Alessandro e Ricciardo. Quest’ultimo, in particolare, è stato messo out durante l’incontro, vittima di una forte contusione che ne ha determinato l’uscita anzitempo.

L’arbitro già inviso al pubblico per la tolleranza verso l’agonismo avversario durante tutto l’arco dei novanta minuti di gioco, annulla poi il goal del pareggio bianconero messo a segno nei minuti di recupero, a causa di un fallo in attacco guadagnandosi la definitiva disapprovazione dei presenti.

Detto ciò, va anche sottolineato che in assenza dei due avanti bianconeri, la squadra romagnola ha sì creato molteplici occasioni in attacco ma, allo stesso tempo, è apparsa assolutamente non in grado di concludere a rete in maniera efficace.

Ora, al netto delle recriminazioni o attenuanti arbitrali, se vogliamo chiamarle così, sarebbe altrettanto opportuno intervenire sul mercato per rinforzare la rosa, arricchendola di qualche altro giocatore di spessore in grado di fare la differenza in una categoria che si sta dimostrando più ostica del previsto.

Detto della partita in campo, appassionante e ricca di spunti, quella sugli spalti non è stata da meno.

Una Curva Mare anche oggi in gran spolvero, evidentemente alla ricerca di nuovi stimoli, accoglie l’ingresso in campo delle squadre con una fitta sbandierata da parte dei gruppi che la popolano. Il sostegno vocale è continuo e costantemente su buoni livelli, sicuramente un lusso per la categoria, assolutamente invariato rispetto ai bei tempi della serie B.

I sostenitori Romagnoli incitano i ragazzi di mister Angelini dal primo all’ultimo minuto, dando vita ad una fitta sciarpata e, a fine partita, malgrado la sconfitta subita, chiamano a gran voce tutti i loro giocatori sotto la curva di casa per far sentire alla squadra tutto il calore e l’incoraggiamento di cui sono capaci. Davvero un bel gesto d’affetto.

Anche i ragazzi dei Distinti, seppure in numero ridotto rispetto ad altre occasioni, di quando in quando trovano il modo di farsi sentire, soprattutto quando le giocate bianconere si svolgono nelle vicinanze del loro settore.

Capitolo ospiti. Come molti altri gruppi ultras che sono arrivati finora al Manuzzi e come tutti quelli che arriveranno da qui a fine stagione, anche per i recanatesi quella di Cesena è un po’ la trasferta dell’anno, se non di più.

L’idea di trovarsi di fronte un’intera curva piena e roboante, che vanta tanti anni di esperienza in categorie superiori ed ha affrontato, anche in tempi recenti, le maggiori tifoserie italiane, è sicuramente uno stimolo in più a far bene e non sfigurare, oltre che di fronte alla propria squadra, anche al cospetto dei padroni di casa.

Ed i sostenitori recanatesi, a mio avviso, ci riescono egregiamente. Si compattano dietro i loro drappi e danno vita ad un sostegno caratterizzato da tanti cori secchi e battimani, l’unico modo per provare a farsi sentire in un Manuzzi che è in continua ebollizione.

Sventolano costantemente due bandieroni, uno dei quali celebrativo del decennale del gruppo Irriducibili (che però risale al 2014!) ed espongono anche alcuni “due aste”. Uno di questi, molto divertente, riporta la scritta goliardica “Se entrava era gol”.

Esultano al goal della loro squadra e la sostengono costantemente fino al fischio finale. Al triplice fischio, tutti i giocatori in maglia giallorossa corrono a festeggiare la storica vittoria sotto la curva ospiti, abbracciando idealmente i propri sostenitori assieme ai quali, prima di rientrare negli spogliatoi, si lasciano immortalare in una foto di gruppo che, c’è da giurarci, entrerà nella storia del club della città leopardiana.

Giangiuseppe Gassi