Prima della partita, i ragazzi della Curva Mare rendono omaggio al corpo nazionale dei Vigili del Fuoco esponendo uno striscione in loro onore e chiamando a gran voce, sotto il loro settore, i pompieri in servizio a bordo campo, verso i quali intonano l’inno “Il Pompiere paura non ne ha”.

A volerla dire tutta, già in passato ed in diverse occasioni avevo assistito ad episodi in cui, soprattutto dopo la fine delle partite, i ragazzi del Curva Mare omaggiavano i Vigili del Fuoco in servizio all’interno dello stadio con cori nei loro riguardi, oppure intonando le strofe dell’inno dei pompieri.

Prima della partita, apprendo che ai gruppi della curva di casa è stata vietata la possibilità di utilizzare “stelle filanti” per realizzare una suggestiva coreografia che avrebbe illuminato l’intero stadio Manuzzi. Una decisione sicuramente discutibile ed alquanto inspiegabile, considerato il fatto che, in passato, questo tipo di coreografie era già stato realizzato senza che si fosse mai verificato alcun problema né sugli spalti, né in campo.

Malgrado ciò, i sostenitori della Curva Mare salutano l’ingresso delle squadre in campo realizzando uno scenario suggestivo fatto di sciarpe tese e torce, mentre tutti i presenti intonano a squarciagola l’inno Romagna mia.

Il sostegno vocale della curva di casa è come sempre continuo ed incessante, anche se non riesce mai a raggiungere quei picchi di decibel che, a volte, riescono a trasformare il Manuzzi in un catino ribollente in cui rimbombano i cori degli ultras.

Tuttavia, l’incitamento nei riguardi degli undici bianconeri in campo non viene mai meno, dal primo all’ultimo minuto.

Nel secondo tempo, viene esposto uno striscione di protesta che invita ad abbassare i prezzi di ingresso dei settori popolari degli stadi.

Nella parte bassa dei Distinti, si raggruppano e si compattano circa una quarantina di giovanotti locali che si fanno notare a più riprese con cori secchi e battimani a sostegno del Cesena, senza disdegnare qualche scambio di reciproche cortesie nei confronti del vicino settore ospiti.

I sostenitori reggiani, dal canto loro, si presentano in numero ragguardevole in riva al Savio. Sono 1.133 i presenti all’interno della Curva Ferrovia, con la presenza di tutti i gruppi della Curva Sud granata, oltre ad una delegazione di amici cremonesi. Però, se devo essere sincero, a livello di tifo mi aspettavo molto di più. Conosco la tifoseria granata per averla vista all’opera in più occasioni, soprattutto in casa, e, tutte le volte, mi ha sempre fatto un’ottima impressione, sia come qualità che come intensità del tifo. Ecco perché le mie aspettative, stavolta, erano alte.

Il sostegno vocale non manca di certo, ma non riscontro quell’intensità, che a livello di decibel dovrebbe tradursi in boati, che mi sarei aspettato da un settore in cui sono presenti oltre mille persone. Poche le braccia al cielo durante i cori, così come i battimani. Nemmeno una sciarpata. Poco colore, insomma, fatta eccezione per i tre bandieroni che non smettono mai di sventolare, dal primo all’ultimo minuto. Di quando in quando, se ne aggiungono anche altri.

Durante l’intervallo viene premiato il mitico portiere Lamberto Boranga che, unico finora tra tutti gli ex giocatori del Cesena premiati dalla società bianconera, effettua un giro di campo completo per salutare e ringraziare tutto il pubblico presente sugli spalti, che a sua volta non manca di alzarsi in piedi per applaudirlo.

A questo omaggio non si sottraggono nemmeno i sostenitori della Reggiana, squadra in cui Boranga ha militato in due diversi momenti della sua carriera. Ed il mitico portierone ricambia questo omaggio, soffermandosi per qualche momento sotto il settore occupato dai tifosi granata, prima di concludere il suo giro d’onore.

Giangiuseppe Gassi