Al Manuzzi di Cesena è ancora tempo di conferme. Dopo aver ratificato il primato in classifica a spese del coriaceo Matelica, tocca alla Sangiustese, quarta forza del Girone F, provare ad intralciare il cammino dei padroni di casa.

La squadra ospite si presenta in Romagna con al seguito un manipolo di sostenitori rossoblu. Anche per loro, quella di Cesena è la trasferta dell’anno, un palco prestigioso dove potersi mettere in mostra, di fronte ad una tifoseria di lungo corso, come quella romagnola.

I ragazzi di Monte San Giusto appendono due striscioni nel secondo anello della Curva Ferrovia, “Sangiustesi” e “Vecchia Guardia”, mentre al momento della sciarpata si notano anche le insegne degli “Sconvolts”. Particolarmente bella è la bandiera che sventolano dall’inizio alla fine.

Si danno un gran da fare, durante tutto l’arco della partita, per sostenere la loro squadra ma è pressoché impossibile, per loro, riuscire a farsi sentire, visto anche l’esiguo numero di supporters al seguito. A conti fatti vivono un sogno, con la loro squadra che sfiora l’impresa.

Dopo essere passati in vantaggio, i giocatori in maglia rossoblu riescono a tenere ottimamente il campo fino ai minuti di recupero, quando i continui e ripetuti assalti dei ragazzi di Beppe Angelini riescono finalmente a bucare la porta della Sangiustese provocando un autentico boato, liberatorio, per un pareggio talmente tanto sofferto da avere il sapore della vittoria.

Di fronte ad una squadra ospite così coriacea e apparentemente impermeabile rispetto alla pressione che il pubblico del Manuzzi mette loro addosso, la Curva Mare è chiamata ad uno sforzo supplementare per riuscire, da una parte, a spronare i propri giocatori e dall’altra, ad intimidire gli avversari.

In alcuni momenti, gli ospiti in maglia rossoblu sembrano addirittura giocare con i tappi nelle orecchie, vista la padronanza con cui riescono a gestire il vantaggio, giocandosela alla pari con i padroni di casa in uno stadio che nel frattempo si è trasformato in un catino infuocato.

Gli animi in campo si surriscaldano oltremodo e l’arbitro, dopo aver riportato a fatica la calma sul terreno di gioco, concede addirittura sette minuti di recupero.

Ed è proprio al 97° che il Cesena trova la chiave giusta per riuscire a scardinare la difesa avversaria, grazie al goal di Munari che, come detto, innesca una vera e propria esplosione che fa saltare il tappo al Manuzzi.

In tutto questo, la Curva Mare incita e sprona la propria squadra con un tifo da categoria superiore.

Al goal del pareggio, poi, si lascia andare ad un liberatorio “salutate la capolista”, con tutta la squadra raccolta sotto la curva per salutare e ringraziare i propri ultras.

Ma oggi è stata dura, davvero dura.

Giangiuseppe Gassi