Inedita sfida di campionato, quella tra Cesena e Savignanese. L’ultima volta che le due squadre hanno militato nella stessa categoria risale, forse, agli albori della storia del vecchio A.C. Cesena, prima che la compagine bianconera prendesse il largo verso i piani alti del calcio italiano.

Le due città distano tra loro soltanto quindici chilometri, il che fa sì che la trasferta dei tifosi savignanesi al Manuzzi, per assistere a questo storico derby, non sia uno di quei cosiddetti viaggi per cui van via dei soldi.

Ma parlare di derby, in questo caso, è un po’ forzato, dal momento che la Savignanese ha sempre militato in categorie regionali e la stessa Savignano sul Rubicone è, storicamente, un feudo del tifo bianconero.

Ma se qualcuno, maliziosamente, si era azzardato a definire quella di stasera come un’amichevole tra due società da sempre in buoni rapporti, al termine dei novanta minuti di gioco, di certo avrà avuto modo di ricredersi.

Infatti, non solo la Savignanese si presenta al Manuzzi con l’intenzione di non regalare alcunché ai padroni di casa giocando, al pari di tutte le compagini che si sono finora presentate a Cesena, col coltello tra i denti e con tutta l’intenzione di portare a casa lo storico colpaccio in campionato, dopo quello messo a segno in estate, quando sul neutro di Cesenatico eliminarono i bianconeri dalla Coppa Italia.

Già la sconfitta subita in casa dal Cesena ad opera della Recanatese, ha messo in mostra i punti deboli di una squadra che, ad oggi, è forte ma non fortissima, dando maggior vigore e coraggio a chiunque (e saranno in tanti) vorrà presentarsi in questo storico stadio per provare a portare a casa una storica vittoria o un altrettanto storico pareggio.

È perciò parecchio dura la vita del Cesena, condannato a vincere sempre, in casa ed in trasferta, contro squadre che vi giocano contro convinte di disputare la partita dell’anno.

E come se non bastasse, aggiungeteci pure un sorprendente Matelica, finora autentica rivelazione del torneo, momentaneamente appollaiato in cima alla classifica, da dove non mostra alcun cenno di cedimento.

Sono queste le premesse e le motivazioni che spingono la tifoseria bianconera a stringersi attorno alla propria squadra ad ogni occasione, indipendentemente dal nome o dal blasone dell’avversario, perché quest’anno sarà davvero dura per il Cesena che, ora più che mai, è davvero solo contro tutto e tutti.

E così avviene anche questa sera, in un mercoledì in cui i primi freddi e l’umidità fanno capolino in riva al Savio.

La presenza del pubblico di casa è, come sempre, degna di ben altre categorie e se è pur vero che non tutti gli ottomila e passa abbonati sono presenti sugli spalti, è altrettanto vero che ci sono oltre duemila biglietti staccati prima dell’inizio di questa partita, di cui solo qualche decina attribuibile ai sostenitori della Savignanese.

Il sostegno ed il calore della Curva Mare sono, anche stavolta, continui e costanti, praticamente la colonna sonora che fa da sfondo alle giocate dei ventidue in campo. E c’è anche un coro nuovo, che si aggiunge alla playlist dei gruppi ultras bianconeri.

Bandiere sventolate ad inizio gara e durante la partita, cori, battimani, una bella sciarpata e qualche torcia ad illuminare la notte romagnola. Sono questi gli ingredienti con cui la tifoseria mette in campo quel famoso “dodicesimo uomo” che in alcune occasioni può fare la differenza. Soprattutto quando l’avversario è ostico, determinato e tecnicamente all’altezza della situazione.

Ed è proprio ciò che avviene questa sera, tra le mura amiche, quando al goal del vantaggio bianconero, messo a segno dal bomber Alessandro, tutta la squadra si reca a festeggiare sotto la curva di casa. E sempre ai propri sostenitori, a fine partita, sono rivolti i ringraziamenti dei giocatori del Cesena, al termine di una corsa a perdifiato sotto il settore che sa tanto di liberazione.

I tifosi della Savignanese, a guardarli, fanno fare un salto indietro nel tempo, riportando alla mente certe foto degli anni ’70 e dei primi anni ’80, quando al seguito delle piccole squadre di provincia, il primo nucleo ultras era formato da bambini e ragazzini dei settori giovanili che seguivano le partite della prima squadra facendo il maggior casino possibile, più che tifando per i propri colori.

Ed è per questo che, ne sono certo, la visione del gruppo posizionato al centro della Curva Ferrovia avrà strappato più di un sorriso ed un ricordo, soprattutto a quegli over 50 che gli albori del movimento ultras l’hanno visto o vissuto.

Ci provano, i piccoli calciatori della Savignanese, a sostenere i ragazzi della “squadra dei grandi”. Tanto per cominciare, si compattano dietro la porta, in piedi sui seggiolini, come un vero gruppo ultras. Poi, provano a fare del loro meglio, con qualche coro e dei battimani, con due o tre ragazzi più grandi che provano a coordinarli.

Vanno avanti così, per tutto il primo tempo. Ma poi, il goal del Cesena, ne smorza un po’ gli ardori. Comunque non demordono e ci riprovano nella seconda frazione di gioco, mantenendo le posizioni e riuscendo a strappare qualche sorriso divertito a quel gruppo di sostenitori del Cesena che si posiziona casualmente nella parte bassa dei distinti.

Viste le premesse di questa sera, chissà che fra qualche anno non ci possa essere un nuovo gruppo ultras anche al seguito della Savignanese.

Giangiuseppe Gassi