Malgrado la discutibile decisione di far giocare questo Cesena-Sudtirol alle 18:30 di un mercoledì pomeriggio in cui in tanti sono ancora al lavoro.

Malgrado la cocente delusione, soltanto tre giorni prima, per aver buttato alle ortiche la vittoria nel derby di Rimini, quando era lì a due passi.

Malgrado una posizione in classifica decisamente preoccupante, più vicina alla zona playout che non a quella playoff.

Malgrado si giochi contro un avversario con poca storia e tradizione calcistica e, perciò, certamente di poco interesse per la gran parte dei sostenitori del Cesena.

Malgrado tutto questo, il popolo bianconero romagnolo anche stavolta si stringe intorno alla propria squadra e si fa trovare al proprio posto, sugli spalti del “Dino Manuzzi”, in un numero che farebbe invidia a tante compagini di categoria superiore.

Peccato solo che, per ricompensa, i tifosi del Cesena debbano far ritorno alle proprie case con una nuova sconfitta sul groppone, al termine di una partita non certo brillante. E, quel che è peggio, con la rabbia in corpo per quel clamoroso goal del pareggio che Butic si divora nei minuti di recupero.

Ed a nulla è valso il sostegno incessante che la Curva Mare ha dispensato ai propri beniamini, dall’inizio alla fine dell’incontro, senza un attimo di sosta e senza mai perdere la speranza.

Ecco perché, al termine delle ostilità, i loro fischi all’indirizzo della squadra, che si sommano a quelli del resto dello stadio, sono assolutamente giustificabili.

Perché tanti di quei sostenitori assiepati nella curva di casa la loro maglia l’hanno sudata ed il diritto alla critica se lo sono guadagnati.

Di positivo, se così si può dire, c’è che la squadra del Cesena ed il suo allenatore non si sottraggono alle proteste della propria tifoseria e, prima di fare ritorno negli spogliatoi, si dirigono verso la curva e lì rimangono per alcuni minuti, per poi infilare il tunnel degli spogliatoi a testa bassa.

Ai sostenitori del Cesena non resta che sperare che squadra e tecnico facciano tesoro degli ultimi avvenimenti e lavorino ancor più duramente per riuscire a risollevare le sorti del Cavalluccio.

Giangiuseppe Gassi