Una serie di particolari coincidenze mi porta a battere poco il “Manuzzi” di Cesena, nonostante sia, per prossimità geografica, il mio campo preferenziale. Di solito il posto lo occupa un altro dei nostri corrispondenti per cui, per apportare qualche altra cronaca alla causa, preferisco virare altrove ed affacciarmi qui solo quando il campo è scoperto. Sfortuna che mi tocchi ancora una volta per Cesena-Ternana, una gara a cui avevo già avuto modo di assistere nel recente passato e che dal punto di vista del tifo ha riservato pochissimo pathos. Allora come oggi.

La tifoseria ternana sta vivendo un’involuzione, da un certo punto di vista, rispetto al suo passato storico, tanto da spaccarsi in due e portare una parte di essa ad abbandonare la Curva Est, culla del movimento ultras cittadino, per trasmigrare nella Nord. Non ha giocato a loro favore nemmeno l’avvento della tessera del tifoso, classico spartiacque che ha diviso ulteriormente le fazioni, con il nucleo di ultras della Curva Nord che continua a boicottarla e quindi, per forza di cose, a disertare le trasferte.

L’ultima volta la loro prestazione era stata davvero deludente, volendo usare un eufemismo, per cui è già una sorpresa trovarmeli compatti dietro lo striscione in dialetto “VERGOGNATEVE” a firma “Curva Est”, ma dopo non molto lo depongono e si disperdono nel settore loro riservato. A fine partita lo riprenderanno in mano, ma praticamente non ci sono altri spunti di cronaca, si può giusto citare il ricordo per Spik (“SPIK CON NOI”) nel secondo anello, sempre a firma della Est.

Non è il loro periodo migliore, l’aspra querelle con il patron Longarini (che aveva portato anche alla diserzione in qualche gara interna) e la stagione oscena della loro squadra sono altre attenuanti generiche, ma ancora una volta il loro tifo non mi piace per niente. D’altronde, avendo alzato forse due cori e un battimani, non è nemmeno corretto parlar di tifo. Non vorrei sembrare ingeneroso nei loro confronti, ma davvero e purtroppo questi sono i dati di fatto.

Anche per Cesena non è che sia la migliore delle stagioni: è l’ennesima annata in cui, in nome dell’infinito risanamento di bilancio post Campedelli, il sodalizio ritornato sotto il controllo della famiglia Lugaresi sta davvero faticando a mantenersi sopra la linea di galleggiamento dei playout. Dopo un periodo iniziale in cui la “Mare” aveva concesso fiducia al patron, oggi si sente persino un “Lugaresi vaffanculo” a fine primo tempo. A centro della curva campeggia un “FUORI LE PALLE” che rende inequivocabilmente l’idea dell’aria che tira, ma quando i ragazzi scendono in campo il sostegno è totale ed incondizionato.

Primo tempo al piccolo trotto in campo, con poche emozioni: seppur il Cesena provi con più insistenza la via della rete rispetto agli ospiti, l’assalto non è arrembante e da questo punto di vista il tifo non ne trae linfa alcuna. Se non si può dire che il sostegno canoro sia stato particolarmente potente (anzi…), sicuramente si deve ammettere che è stato sempre costante e presente.

Prima della fine della frazione, c’è ancora il tempo per esporre un secondo striscione celebrativo della sezione Trentina delle WSB che festeggia i 25 anni di attività. E l’augurio non poteva che incentrarsi sui tanti km che questi ragazzi devono affrontare per qualsiasi gara del Cesena, che sia in casa o fuori: “A VOI CHE DA 25 ANNI MACINATE KM PER PASSIONE: AUGURI TRENTO”. Durante l’intervallo poi il tifo rimane parzialmente attivo, con qualche coro di sostegno ai ragazzi dell’ASCA di Savignano sul Rubicone, una società che promuove l’inclusione sociale dei ragazzi diversamente abili attraverso il calcio, e che si esibisce con qualche tiro nella porta posta proprio sotto la Curva Mare.

Il secondo tempo parte da subito all’insegna di una maggiore concretezza: mentre la squadra in campo cerca la geometria giusta per scardinare la rete dei rossoverdi del nuovo mister Fabio Liverani, i Cesenati sugli spalti aprono un altro striscione, lo fanno ancora una volta per un compleanno, il ventesimo del “Commando Cannstatt” di Stoccarda, dopo aver presenziato al loro fianco proprio il giorno prima nella trasferta di Furth. Ci sarà tempo, infine, per un ultimo striscione che, in lingua tedesca, incoraggia Zolli, un gemellato sempre di Stoccarda, a tener duro in questo delicato momento in cui è costretto a fare metaforicamente a pugni per la propria salute.

Al quarto d’ora della seconda frazione, il Cesena trova già il vantaggio con un tap-in vincente di Rodriguez che risulterà poi decisivo nelle sorti del match. Ulteriore benzina per la tifoseria bianconera che inanella comunque una serie di cori molto più convincenti, una sciarpata non corposissima ma buona, qualche torcia accesa di soppiatto e qualche bel battimani, soprattutto uno ondeggiando “Tutti a destra, tutti a sinistra”.

Finisce così, con tre punti davvero pesanti che riportano il Cesena fuori dalla zona playout, figli di una seconda parte di gara degna della sua caratura. Discorso che, parallelamente, vale anche per la Curva, sicuramente più vicina alle sue potenzialità in questo frangente, ma Cesena vale di più ed è lecito attendersi e chiedere ben altro da una tifoseria dal bacino, dalla tradizione e dalle qualità sicuramente importanti.

Prova opaca anche dei Casual, nel settore Distinti: di loro non mi accorgo che nel finale di partita, quando si distinguono per una serie di battimani e per qualche schermaglia a distanza con gli ospiti.

Matteo Falcone.