Allo stadio “Dino Manuzzi” si chiude con una vittoria dei padroni di casa la sfida d’alta quota che vedeva opposte Cesena e Virtus Entella, entrambi i club infatti sono alla ricerca del miglior piazzamento utile nella griglia play off. L’ultima chiamata per la cadetteria che passa però attraverso un percorso così tortuoso da essere più simile ad una lotteria che ad una competizione sportiva. E come in ogni lotteria una buona dose di fortuna non guasta, per cui coadiuvarla attraverso il miglior piazzamento in campionato potrebbe talvolta valere una qualificazione al turno successivo. 

Se sul rettangolo di gioco la partita è stata emozionante lo stesso non si può dire per lo spettacolo offerto dagli spalti, almeno per quanto riguarda il numero di spettatori presenti. La capienza ridotta non può essere la sola chiave di lettura; due anni di assenza forzata a causa delle note vicende pandemiche avrebbero dovuto avere un effetto espansivo: riaperti i cancelli tutti gli addetti ai lavori si aspettavano spalti gremiti, ma le aspettative, almeno se circoscritte a questa partita, sono andate deluse. Probabilmente la pandemia ha impigrito il tifoso medio e a poco sono servite le varie iniziative che diversi club hanno sposato al fine di riempire le gradinate. In questo quadro desolante gli orari poco congeniali alle esigenze dei tifosi non fanno altro che peggiorare la situazione. 

In questa cornice tutt’altra che rosea, gli ultras mantengono ancora una propria dignità e seppur a ranghi ridotti offrono il loro apporto, costante e  caloroso. Dalla cittadina ligure giungono una ventina di tifosi che provano a farsi sentire, non sempre però con buoni risultati. I ragazzi di Chiavari negli anni della serie B hanno cercato di costruire un movimento ultras solido ma la città non ha sempre risposto in maniera adeguata, lasciando l’onere del tifo al solito manipolo di tifosi che timbra il cartellino prescindendo dalla categoria e dell’orario. Onore a loro.

La Curva Mare, in controtendenza con il resto dei settori, presenta un discreto colpo d’occhio: non piena in tutti i suoi posti ma comunque ben affollata. Il tifo dei bianconeri è stato costante e continuo e la vittoria finale serve a consolidare il terzo posto. 

A fine partita i giocatori del Cesena salutano i propri tifosi ma a differenza di quanto accade negli altri stadi, i padroni di casa ringraziano i vari settori dello stadio Manuzzi, riconoscendo così ai presenti eguale dignità. Un segnale in più del legame particolare che c’è fra questa squadra e la sua terra. Legami su cui è bene rinsaldare le proprie radici prima di guardare al futuro. A differenza della platea calcistica media dove marketing moderno ed altre trovate balzane delle società, finiscono spesso per svilire tradizione e identità.

Giangiuseppe Gassi