Nel variegato e complesso mondo del tifo organizzato gli ultras sono, sin dalla loro nascita, la componente più calorosa e colorata. Negli ultimi 20 anni però, questa ha dedicato le proprie attenzioni non solo a ciò che accade sul rettangolo verde ma anche a temi extra calcistici. In questa sua evoluzione e allo stato attuale delle cose, il movimento ultras ha deciso di non presenziare, almeno fino a quando le restrizioni imposte a seguito dell’emergenza COVID sarebbero rimaste in vigore. Superata poi la quarta ondata il governo ha optato per allentare la morsa e anche i gruppi ultras hanno agito di conseguenza, ritornando pian piano allo stadio.

Al Cesena in questa fase di stadi a “capienza limitata” non è il pubblico ad essere mancato ma gli ultras della Curva Mare, ragion per cui aspettavano con una certa trepidazione di poter tornare ad avvalersi del proprio dodicesimo uomo. Dopo quasi due mesi di assenza WSB e soci si sono finalmente ripresi la scena e il Manuzzi è di fatto ritornato il catino che tutti conoscono. Rivedere la Curva colorata di sciarpe e bandiere ha dato slancio anche agli undici in campo che, dopo una partita sofferta, hanno conquistato i tre punti grazie ad un gol segnato a pochi minuti dal triplice fischio finale.

Il tifo non è stato ovviamente quello dei giorni migliori: la lunga assenza ha in parte pesato sulle corde vocali dei bianconeri e inoltre molti tifosi hanno preferito aspettare ulteriori aperture in termini normativi prima di rimettere piede allo stadio. Nel complesso, tuttavia, i ragazzi della Mare hanno egregiamente sostenuto e spinto la squadra verso la vittoria che, come naturale conseguenza è poi sopraggiunta, con i tre punti a fare da miglior ricompensa possibile per gli sforzi profusi dai tifosi sugli spalti.

Da Pesaro sono invece giunti circa un centinaio di tifosi ospiti, buoni in termini numerici ma non eclatanti se rapportati alla distanza, dato che le due città sono separate da poco più di 60 km. Ma anche per i marchigiani la “variante” pandemia ha pesato non poco: due anni di restrizioni hanno impigrito molti tifosi “normali” che continuano a preferire il divano agli spalti e alla fine (e come sempre), il peso della baracca è rimasto sulle spalle forti dei soliti ultras. I biancorossi si sono posizionati nella parte inferiore del settore loro riservato, formando un bel quadrato compatto e bello a vedersi. Buono anche il sostegno agli undici in campo, continuo per tutti i novanta minuti in cui, per lunghi tratti, cullano l’idea di uscire indenni dal Manuzzi, anche se poi verso lo scadere il sogno sfuma.

Foto di Giangiuseppe Gassi