La piazza di Livorno è suo malgrado ospite dell’ennesimo colpo di testa del presidente Spinelli che in questa stagione vuol fare concorrenza al vulcanico Zamparini esonerando allenatori su allenatori: Panucci, Mutti, Panucci, Colomba ed ora Gelain; sembra una giostra dove si sale e si scende con una naturalezza da fare invidia ed invece è la panchina del Livorno che, dati alla mano, scotta come una pentola a pressione lasciata colpevolmente sul fuoco acceso di una cucina.

Livorno che è atteso dall’ennesima ultima spiaggia: una sconfitta sarebbe il “the end” della stagione, solamente la vittoria potrebbe rinfrancare squadra e pubblico.

Di contro c’è un Latina che deve necessariamente macinare ancora qualche punto per allontanarsi dalla zona calda: i giocatori di qualità sembrano esserci, ma anche in questo caso è servito il cambio di guida tecnica per sperare di risollevare le sorti di una squadra che deve ancora fare un ultimo passo.

La sfida è attesa da una parte e dall’altra: le due tifoserie hanno ben pochi punti in comune e nei precedenti incontri è saltata subito all’occhio la reciproca antipatia che era nell’aria fin dalla prima occhiata.

Pubblico di casa che non delude e pur senza strafare riesce a portare allo stadio un buon numero di tifosi. Vista la stagione con pochi picchi diciamo che questa sera lo stadio presenta un buon colpo d’occhio.

Nel settore ospiti fanno il loro ingresso, pochi minuti prima del fischio d’inizio, una quarantina di ultras del Latina che si vanno ad unire ad una decina di sportivi precedentemente arrivata. Fin dal loro ingresso gli ultras nero-blu hanno parole di fuoco verso il pubblico locale, a confermare la poca stima che intercorre tra i due schieramenti.

I laziali sono abbastanza colorati, diverse bandiere tricolori ed un paio di due aste sono un buon biglietto da visita, poi ci sono i cori che si alzano con una buona continuità. Il loro tifo è caloroso, continuo e con pochi fronzoli. Non mancano i cori di scherno verso i rivali così come qualche braccio che viene teso un po’ più del normale per una contrapposizione politica che risulta essere scontata come la neve d’inverno al Sestriere.

Nel settore i momenti di silenzio sono assai rari, i presenti mettono in campo tutto il loro bagaglio riuscendo a farsi sentire dalla squadra e dai rivali. Nonostante il numero limitato il loro tifo non accenna ad avere pause. Buona anche la sciarpata eseguita nella ripresa così come lo sventolio di bandiere che offre sempre un bel colpo d’occhio.

Il pubblico di casa non snobba l’impegno e la curva ce la mette tutta per spingere la squadra ad un risultato positivo. Gli ultras optano ancora una volta per il sostegno ad oltranza e fin dalle prime battute il tifo della Curva Nord è vivace e continuo, i cori si alzano senza troppi problemi ed in alcune circostanze viene coinvolta gran parte della curva. Poco, pochissimo colore per i padroni di casa considerando che mancano all’appello pure striscioni e pezze. Alla vetrata è attaccato un lungo striscione che è indirizzato alla squadra: “A Livorno si deve lottare… stasera ce lo dovete dimostrare!!!”.

Ed in effetti la squadra sfodera una prestazione ben al di sopra della media stagionale, chiudendo la prima frazione in vantaggio grazie ad un rigore realizzato da Daniele Vantaggiato.

Il pubblico comincia a credere alla vittoria che rilancerebbe la squadra, la prestazione degli undici in campo è particolarmente buona ed il tifo non manca. I livornesi rispondono per le rime ai rivali, accettano di buon grado lo “scontro” politico, non mancando di intonare qualche canto che un tempo si udiva nelle piazze. Per il resto il tifo è tutto per la squadra, unica eccezione il coro dedicato allo scomparso Piermario Morosini, il giocatore deceduto sul campo di gioco con la casacca amaranto, la cui storia ha commosso gran parte dell’Italia.

Alla fine i tre punti ottenuti dalla squadra amaranto fanno la felicità del pubblico locale che saluta i giocatori con un sentito applauso, qualcuno già si proietta con la mente alla prossima trasferta di Salerno che sarà l’ennesimo crocevia della stagione.

Valerio Poli.