Giungo a Stamford Bridge con un’ora di anticipo e già durante il tragitto allo stadio mi rendo conto, come prevedibile, del numero elevato dei tifosi arrivati dalla Germania.

Già dalle prime ore della mattina i tifosi teutonici sfilano per le vie del centro di Londra nel loro solito stile, sempre sotto l’ occhio vigile della polizia britannica. Preso possesso del biglietto entro allo stadio a circa dieci minuti dall’inizio della partita. Il settore ospiti è gremito in ogni ordine di posto e un gran numero di tifosi occupano le due tribune. Fin da subito si fanno sentire con cori forti a ripetere e battimani che li accompagneranno per tutta la durata della partita. Bello il colpo d’occhio iniziale con una coreografia fatta di bandierine bianche e nere.

La partita si mette subito male per i ragazzi di mister Hutter, che dopo neanche mezz’ ora sono costretti a rincorrere. Nonostante il risultato sfavorevole il tono del tifo ospite non si abbassa, anzi al contrario rimane continuo e su ottimi livelli, raggiungendo l’apice al pareggio di Jovic che li rimette in corsa.

I tempi supplementari scorrono via veloci e si arriva così ai calci di rigore, che come sempre sono un’altalena di emozioni. La lotteria sorride ai “blues” che conquistano così la finale di Europa League. I giocatori tedeschi  vanno a prendersi comunque i più che meritati applausi dai propri tifosi, che si congedano con una sciarpata effettuata da tutto il settore. Veramente bella e degna di nota.

Per quel che riguarda la tifoseria di casa inizialmente non sapevo cosa aspettarmi, si veniva da settimane in cui si era parlato di “drappi elettronici” nello stadio del Manchester City o di cori fatti da un altoparlante nel nuovissimo stadio del Tottenham. Fortunatamente non trovo nulla di tutto questo. 

Si fanno sentire sporadicamente con cori secchi e qualche battimano che parte principalmente dalle due curve coinvolgendo gran parte dello stadio, che si svuota quasi subito a termine della partita. Rimango comunque all’interno per vedere i tifosi tedeschi continuare a cantare insieme ai loro giocatori, visibilmente commossi  e consci di un’occasione sprecata.

M.G.