Un sabato sera piovoso di ottobre non è proprio il massimo per assistere ad un incontro di Lega Pro. Ma ormai, come sappiamo bene, orari e giorni delle partite non hanno più una logica, la televisione comanda, Lega e società obbediscono in quanto il patto con il diavolo non è assolutamente scindibile. Perciò ci propinano dei bei discorsi sulla visibilità delle partite di Lega Pro, categoria dai più snobbata, ed infatti per renderla visibile alla massa decidono di giocare gran parte degli incontri in un orario serale! E’ la storia di quello che si racconta le bugie allo specchio e fa finta di crederci.

Comunque l’orario è inopportuno come inopportuna è la scelta del giorno, il sabato sera la massa delle persone ha altro da fare che seguire una partita di terza serie sotto una pioggerella insistente e fastidiosa.

Evidentemente gli ultras sono abituati ormai ad orari e giorni insoliti perché, se non altro, hanno il merito di seguire anche questo incontro. Scordiamoci numeri fantascientifici, scordiamoci le file ai botteghini, però sia da una parte che dall’altra il manipolo di malati lo si trova e questa è già di per sé una notizia positiva.

Passiamo ai numeri: i pontederesi si ritrovano in un centinaio dietro le pezze granata ed in fin dei conti fanno in pieno il loro dovere.

Da Rimini giungono una cinquantina scarsa di persone, i primi a mettere piedi nel settore sono i tifosi appartenenti al “Collettivo Riminese”, che attaccano il proprio striscione e si sistemano sui gradoni per vedersi la partita. Con qualche minuto di ritardo, arrivano allo stadio “Ettore Mannucci” anche gli ultras della Curva Est con due pezze che attaccano alla balaustra.

Il tempo di compattarsi che il Rimini è già sotto di due reti, niente male per chi ha affrontato una trasferta con l’intento di sostenere la squadra e magari di poter strappare un risultato positivo! I primi cori dei riminesi, infatti, chiedono alla squadra di tirar fuori gli attributi e cominciare a macinare gioco.

I padroni di casa, forti del risultato che sta maturando, creano un bel gruppo ed incitano la squadra accompagnando i cori con frequenti battimani e colorando il settore con un paio di bandierine granata. Diversi i cori verso i singoli giocatori e molto seguito il coro verso mister Indiani, che evidentemente è entrato in sintonia con l’ambiente. Lo stesso non si può dire del collega che è sulla panchina del Rimini, al quale i presenti dedicano più di un urlaccio poco simpatico dovuto al fatto di aver lasciato per quarantacinque il panchina il fantasista Ricchiuti, che nonostante l’età avanzata, è ancora dotato di classe cristallina.

I riminesi spaziano molto con i cori: come detto iniziano chiedendo impegno alla squadra, poi passano a cantare per la maglia e per la città, infine, vedendo come si mettono le cose sul terreno verde, passano a toccare varie tematiche del mondo ultras come la repressione, la libertà per gli ultras ed il mai chiuso episodio Raciti. Il tutto condito da una buona dose di goliardia, diversi cori infatti farebbero storcere il naso ai puritani, ma in alcuni casi mi trovano perfettamente d’accordo.

Il primo tempo si chiude con il Pontedera avanti di tre reti, le squadre tornano negli spogliatoi per il meritato riposo e le due tifoserie le accompagnano con il medesimo coro ”Vi vogliamo così!”. Ora, se i pontederesi avrebbero anche le motivazioni per dire ciò, gli ospiti la buttano chiaramente sull’ironia.

Il secondo tempo ricalca le orme della prima frazione ed infatti dopo dieci minuti il Pontedera è avanti di cinque reti: se l’esultanza dei padroni di casa è ampiamente pronosticabile, anche i riminesi chiedono a gran voce il quinto gol, esultano alla rete avversaria e la buttano veramente sulla goliardia. L’arrabbiatura è tanta visto che i cori verso la squadra si placano del tutto, qualche urlaccio viene fatto a mister Pane ma a tratti regna il silenzio, con qualcuno che pensa bene di allontanarsi e tornarsene a casa.

Gli ultras granata ovviamente cantano alla grande e pur in numero ridotto si fanno sentire: ovvi i cori verso la squadra, qualche offesa viene intonata verso i rivali del Cecina e di Empoli ma la considerazione maggiore viene riservata ai “cugini” di Ponsacco. Buona la sciarpata dei granata mentre sul campo la partita vede il sesto gol della squadra di casa.

Gli ospiti lasciano il proprio settore con qualche minuto di anticipo, non prima di aver lasciato partire due-tre cori non propriamente di stima verso la squadra.

La festa è tutta di marca granata, agli ultras biancorossi non resta che schiumare rabbia consci comunque di aver offerto una prestazione, se non altro, molto particolare.

Valerio Poli