Come promesso alcuni giorni or sono, torno alla piscina “Felice Cascione” di Imperia per conoscere più da vicino e più approfonditamente gli Ultras Rari Nantes.

Sono sempre stato affascinato dalle piccole realtà del mondo delle tifoserie organizzate, quelle che lottano quotidianamente contro l’indifferenza, lo stupore, a volte anche lo sdegno dei tifosi “normali” e degli addetti ai lavori i quali, molto spesso, non comprendono la passione e l’attaccamento di un manipolo di ragazzi che decide di definirsi e di vivere la propria fede come Ultras. Quando poi si tratta di sport reputati “minori”, le difficoltà riscontrate, ovviamente, sono ben maggiori.

Ecco perché quando sono venuto a conoscenza di una realtà interessante come quella degli Ultras Rari Nantes Imperia, ho voluto constatare personalmente l’attivismo ed il modo di sostenere la propria squadra da parte di questi ragazzi.

Arrivo in piscina circa un’ora prima del fischio di inizio di una partita oserei dire fondamentale per la compagine di casa. A tre giornate dal termine del campionato, la Rari Nantes Imperia deve vincere a tutti i costi per poter sperare di salvarsi dalla matematica retrocessione in serie A2.

Nella parte alta della tribunetta della piscina, alcuni ragazzi indossano una maglietta grigia riportante la scritta “ULTRAS RARI” e sono indaffaratissimi nel sistemare tutto l’occorrente necessario per questa giornata. Tra questi c’è Giulia, una delle responsabili del gruppo. Assidua frequentatrice, tra l’altro, della Gradinata Nord del Genoa, mi racconta di come le numerose vicissitudini societarie ed il conseguente declino di una squadra che solo due anni fa conquistava il suo primo, storico, scudetto, hanno contribuito ad una disaffezione evidente da parte dei cittadini imperiesi che fino a qualche mese prima affollavano in massa il palazzetto.

La situazione attuale, in effetti, è piuttosto disarmante. Gli spalti sono quasi del tutto desolatamente vuoti. I pochi appassionati presenti o fanno parte del gruppo Ultras, oppure vengono coinvolti dagli appartenenti allo stesso gruppo per cercare di rendere la tribuna quanto più colorata e rumorosa possibile.

Prima che la sfida in vasca abbia inizio, vengono distribuite delle bottiglie colorate, contenenti sabbia e sassolini, che dovranno essere agitate a ritmo del tamburo sistemato nella parte alta della tribuna.

Le giocatrici vengono accolte dallo sventolio di alcune bandiere giallo e rosse e da un enorme bandierone a quadroni con i colori sociali della squadra. Sulla ringhiera sono affissi lo striscione con la scritta “SOLO CHI SOFFRE IMPARA AD AMARE… NOI TI AMIAMO, SOFFRIAMO E CON TE TORNEREMO GRANDI!” ed un bel drappo con il simbolo della Rari Nantes Imperia.

A differenza dell’ultima partita a cui avevo assistito in questo impianto sportivo, noto che, oltre all’incessante suono dei tamburi, che parte ogni qual volta la squadra di casa è in fase di attacco, c’è anche un discreto apporto vocale da parte dei sostenitori giallorossi. Lo sventolio delle bandiere è continuo e gli Ultras, in questa giornata, danno veramente il massimo per cercare di portare le proprie ragazze alla vittoria.

In vasca la sfida è piuttosto combattuta. La Rari Nantes chiude in vantaggio di 2 reti a 1 il primo quarto e fino alla terza frazione di gioco il risultato è in bilico, tant’è vero che, al fischio di inizio dell’ultimo quarto di gioco, il risultato parziale è fermo sul 9 a 8 per la squadra ospite. Nell’ultima parte di gara, però, la squadra di casa accusa una sorta di crollo fisico e psicologico e si fa travolgere dal Bogliasco. La delusione dei tifosi sugli spalti è evidente, ma nonostante questo il sostegno alle giocatrici permane anche quando il risultato non è più, ormai, ribaltabile: al fischio finale gli ospiti si aggiudicano la sfida per 14 a 9, condannando, di fatto, la squadra imperiese alla matematica retrocessione in A2.

Daniele Caroleo.