Dopo la sosta invernale si gioca nel “pre Befana” Spal-Reggiana, forse l’unico derby emiliano di una certa importanza dell’ex serie C, visto che per il resto troviamo al massimo squadre romagnole come il  Forlì o il Santarcangelo ed il Pro Piacenza che non va confuso con lo storico Piacenza, attualmente relegato nella serie D.­

I tifosi reggiani iniziano a riempire il settore ospiti pochi minuti prima dell’inizio della partita. Circa 250 le presenze, che diventano 300 se si considera un buon numero di tifosi posizionati nei Distinti. A rappresentali ci sono le pezze del “Gruppo Vandelli” e di altri semplici club. Assenti le “Teste Quadre” che hanno scelto di restare ancora schierati contro la tessera del tifoso.

Dalla parte opposta la curva spallina è quasi tutta piena, vuoti solamente i lati più estremi della stessa. Prima dell’inizio della partita viene allestita una coreografia semplice ma bella, composta da una buona sciarpata, 4/5 bandieroni, altre bandiere più piccole ed alcune torce “strobate”, per intenderci quelle ad intermittenza che hanno preso piede in molte curve italiane nell’ultimo periodo. A centro curva l’aggiunta di uno striscione a due piani completa tutto, trattasi di quel “NON CAMMINERAI MAI SOLA” che solitamente trovava esposizione sulla vetrata; proprio in vetrata, al suo posto, campeggia la frase “È UNA VITA CHE TI SEGUO… IO DI TE NE VADO FIERO”, affiancato da una serie di piccole pezze quali “Torino”, “Sacrifici, rinunce e denunce”, “Curva Ovest Ferrara” e “Otto Settembre”.

Il tifo per tutto il primo tempo è stato veramente buono, con diversi cori ben eseguiti, su tutti “Noi siamo la Curva Ovest”, “Voi non siete nessuno” ed un “Ancona, Ancona” in omaggio ai gemellati dorici, presenti anche loro con una propria rappresentanza in Curva. Evidente il calo nel secondo tempo, dopo il vantaggio della Reggiana, allorché il tifo procede a sprazzi.

Nel settore reggiano, con l’assenza dei non tesserati, a cantare sono circa la metà dei presenti. I pochi cori che si sentono bene sono il secco “Reggio, Reggio” ed un “Voi siete la Giacomense”, riferimento alla fusione con l’omonima squadra di Masi San Giacomo che ha permesso alla Spal di tornare nel professionismo e riemergere dal pantano della Serie D in cui era invischiata da qualche anno. Oltre al momento del goal, il secondo boato reggiano è quello che accompagna il triplice fischio finale.

Fabio Bisio.