Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Fermento fin dalle settimane precedenti per questo derby del basket tutto abruzzese, valido per il campionato di Lega A2 Silver. In settimana era stata vietata la trasferta ai Rosetani (per qualche precedente scaramuccia nel derby di andata), per poi essere concessa tra mille strascichi polemici. Quattrocento i biglietti a disposizione dei tifosi biancoblu, polverizzati in pochissime ore. Prevendita a gonfie vele anche per i tifosi di casa, tanto che si preannuncia il tutto esaurito.

Il mondo degli “ultras basket” è un mondo a me sconosciuto; finora mi sono sempre occupato di calcio e del mondo ultras ad esso correlato, ma l’occasione è ghiotta e decido di seguire il match per gli amici di Sport People.

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Nei giorni precedenti mi sono un po’ documentato sugli ultras del Roseto, tifoseria molto conosciuta soprattutto grazie ai campionati di A1 disputati nei primi anni 2000. Fortissime le rivalità con le Marchigiane e praticamente tutte le Abruzzesi: Chieti, Teramo, Pescara, Campli. Storico il loro gemellaggio con i ragazzi di Bologna, sponda Fortitudo.

Sul versante teatino nulla da segnalare, non vi sono tracce di tifo organizzato per la palla a spicchi, se non qualche gruppo di volenterosi che anima le partite casalinghe. Ma, sicuramente, non si può parlare di ultras.

Mi avvio con largo anticipo verso il PalaLeombroni di Chieti. All’esterno il servizio di sicurezza è impressionante: il reparto celere è schierato in attesa dell’arrivo del contingente ospite, formato da due pullman più innumerevoli macchine che arrivano circa tre quarti d’ora prima dell’inizio della gara.

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Ritiro il mio accredito e mi piazzo a bordo parquet (l’odore dell’erba è sicuramente migliore).

Ai tifosi ospiti è stata assegnata una delle due curve, mentre gli altri tre settori del palazzetto sono per i sostenitori del capoluogo teatino, quasi tutto esaurito per l’occasione.

Ottimo il colpo d’occhio offerto dai tifosi arrivati dalla cittadina adriatica i quali, posizionati nella parte bassa della curva dietro la pezza “Mods”, iniziano subito a cantare. Quello dei Rosetani è un tifo molto “anni 90”, con qualche bandiera e un paio di stendardi; gli stessi si segnalano per alcuni battimani ed un accenno di sciarpata all’ingresso delle squadre in campo. Mi stupisce vedere come, su 400 arrivati da Roseto (20.000 abitanti circa), la maggior parte siano ragazzi/e tra i 20 e i 30 anni, indice di radicato attaccamento e tradizione cestistica.

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Ad inizio gara i tifosi di casa sventolano delle bandierine ed alzano dei cartoncini con un telone biancorosso. Poi il pubblico si accomoda e sembra assistere ad uno spettacolo teatrale. Da salvare alcuni volenterosi posizionati nella curva di casa, che danno vita a cori e battimani, riuscendo a trascinare in alcune occasioni anche tutto il resto del pubblico dal “palato più fine”. Nessuna traccia dei tifosi che seguono la Chieti Calcio: a quanto pare, le due entità sono del tutto distinte e distanti.

Tutt’altra storia nel settore dei Rosetani, con cori e battimani a fasi alterne per tutto l’arco del match.  A dire il vero mi aspettavo qualcosa in più, ma c’è da dire che la gara non li aiuta, dato che si incanala subito sul binario sbagliato. Nonostante questo, riescono comunque a farsi notare, più volte, durante i primi due quarti, scoppiando petardi nel loro settore e intonando cori di offesa verso i tifosi di casa che, a loro volta, rispondono. Continuo lo sventolio di bandiere biancoblu.

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Chieti-Roseto Sharks 80-73, LegaDue Silver 2013/14

Il finale diventa agitato quando, a gara conclusa, uno dei giocatori biancorossi provoca con un gestaccio gli ospiti, che si scatenano in un lancio di seggiolini e scoppio di petardi; un finale caldissimo, con botta e risposta tra alcuni ospiti e locali sistemati in tribuna, accompagnato dal lancio di qualche bottiglietta. I gruppi saranno divisi da agenti in assetto antisommossa e sotto l’occhio (digitale) vigile della Digos.

All’esterno maxi cordone di polizia atto a scongiurare improbabili contatti tra le due tifoserie, con gli ospiti fatti risalire in fretta sui pullman.

Una giornata ultras ben spesa, qualche preconcetto in meno sul basket e qualche convinzione in più; tra le principali, quella che il calcio, a livello ultras, vive in un mondo ghettizzato e represso tutto suo. Stasera ho visto petardi, cori di “discriminazione territoriale” e seggiolini divelti. Tutto ciò, se accaduto nel mondo del “pallone”, avrebbe portato all’immediata condanna dei protagonisti a lavori forzati nelle miniere di sale. Resto abbastanza convinto, senza augurarmelo ovviamente, che il giro di vite arriverà presto anche nel mondo della palla a spicchi.

Testo e foto di Marco S.