In un freddo mercoledì di fine novembre si disputano, in gara unica, gli ottavi di finale della Coppa Italia diSerie D. Il calendario, tramite sorteggio, oppone gli abruzzesi della RealGiulianova ai padroni di casa del Flaminia Civita Castellana, squadra della provincia di Viterbo.

Entrambe le squadre giocano in due gironi diversi, i laziali nel raggruppamento G dove si trova la nobile decaduta Avellino, mentre gli ospiti in quello F, anche loro alle prese con una squadra di una certa importanza come il Cesena.

Le due squadre arrivano a questi ottavi di finale dopo aver eliminato due squadre laziali, rispettivamente Aprilia e Cassino, ed entrambe le formazioni sono consce che in caso di passaggio del turno si entri tra le migliori otto e sperare quindi di alzare il prestigioso trofeo.

A livello ultras i sostenitori giuliesi sono indubbiamente di fronte ad un bello ostacolo, ed oggi la presenza non è da/per tutti, sotto diversi fattori: lontananza, giorno infrasettimanale, freddo, coppa che per molti è reputata solo una perdita di tempo, trasferta non certo motivazionale.

Ma sono proprio queste partite a catturare la mia attenzione e la presenza diventa importante proprio per andare a sfatare quei tabù detti in precedenza. Ovviamente oggi la mia curiosità è tutta per i sostenitori ospiti e vedere in quanti presenzieranno a questa scomoda ed inedita trasferta.

In un’ora scarsa arrivo aCivita Castellana ma, nonostante la giornata soleggiata, c’è un vento freddo proveniente dalle regioni artiche che crea più di qualche problema.

Ovviamente già sono consapevole che la squadra rossoblù non è seguita da nessun gruppo ultras e non ha praticamente tifosi, diciamo accesi, seppur in passato qualcosa ci sia stato, ma solo occasionale o di breve durata.

La sola cosa curiosa da menzionare è uno striscione affisso di lato dietro ad una porta recante la scritta Gruppo Apache Calcio Flaminia, ma di ultras non ci sarà praticamente nulla, solo un centinaio scarso di persone infreddolite che guarderanno la partita sedute.

Gli abruzzesi invece, con mio sommo piacere, entrano tutti insieme quando manca un quarto d’ora al calcio d’inizio e si notano per il bandierone portato a spalla e due bandierine chef anno sventolare mentre camminano, fino ad attraversare la tribuna locale e dirigersi infine nel settore ospiti (la parte finale della stessa tribuna delimitata da un divisorio in ferro con un cancello nella parte bassa che in questa occasione rimane aperto).

I giuliesi, dopo aver attaccato tre stendardi alla balaustra (da segnalare quello contrario alle squadre B),aprono la sfida sventolando un bandierone ed un paio di bandierine. Nella prima parte di gara i cori cantati saranno decisi, seppur il tifo non sia sempre continuo, ma comunque si fanno notare per i bei battimani e per le bandiere che vengono sventolate per discreta parte di gara.

Nella ripresa e sul risultato fermo sullo 0-0 gli abruzzesi spingono la squadra continuando ad effettuare battimani e farsi sentire abbastanza bene nonostante il numero non sia dalla loro parte; ma in uno stadio così silenzioso, ovviamente, si sentono solo loro.Qualche pausa che ci può stare ed un continuo sventolio dei drappi a disposizione.

La partita al novantesimo finisce a reti bianche ed il regolamento impone subito i rigori senza passare ai supplementari: il Flaminia ne sbaglia due (uno parato ed uno calciato in alto), il Giulianova uno (parato), così la lotteria si chiude sul risultato di3-4.

I giocatori giallorossi possono festeggiare sotto al settore dei propri sostenitori, i quali chiedono magliette in cambio, ma il presidente nega questo regalo. Evidentemente per lui chilometri, benzina, freddo, giorno di ferie al lavoro non valgono una semplice maglia della propria squadra che i giocatori avrebbero lanciato volentieri.

Marco Gasparri