Scriviamo questo comunicato perché siamo stanchi di non vedere un futuro per la nostra Pistoiese. O meglio, di non vedere un futuro che non sia sempre rappresentato dalle stesse facce. Facce… che si sono voltate dall’altra parte quando la società stava fallendo, salvo poi ripresentarsi come salvatori della patria. Siamo l’unica società in Italia che in 20 anni ha cambiato cinque proprietà ed è fallita una volta sempre con lo stesso sponsor. Da 15 anni, esclusa la parentesi di Anselmo Fagni, non c’è stato nessuno che abbia più fatto sognare questa città. Sono stati impiegati cinque anni per uscire dai dilettanti, spegnendo sul nascere anche quel poco di entusiasmo che segue sempre un nuovo inizio. Abbiamo così perso almeno due generazioni di tifosi, trasformando una piazza con nobili trascorsi nella desolazione che vediamo la domenica al Melani. Adesso vogliamo dire basta. Spezzare le catene che tengono la Pistoiese ostaggio di un marchio e degli interessi di una cerchia ristretta. La nostra contestazione va al di là dei risultati sul campo e della squadra, dalla quale però continuiamo a pretendere di più sotto il profilo dell’attaccamento ad una maglia che non stanno onorando e del rispetto verso noi tifosi. Un capitano non fa pagliacciate sotto la Curva dopo un pareggio. Un capitano prende il pallone e lo porta al centro del campo. La nostra contestazione toccherà tutti: Vannucci, Ferrari e Amministrazione comunale, artefici di un presente desolante e di un futuro incerto. Pistoia ha bisogno di entusiasmo. La Pistoiese e i suoi tifosi hanno bisogno di ricominciare a sognare.

Pistoia 1312 e Curva Nord Pistoia 1921