Bitonto-Mola 14-15 (13)«È da circa un paio di mesi che siamo nell’occhio del ciclone e balziamo agli onori di cronache locali per cose che ci vengono attribuite gratuitamente. Siamo stati etichettati come vandali, ladri, zingari, devastatori, vichinghi, albanesi, ubriachi e quello che più ci ha fatto rabbia è che, dopo la partita di campionato di Eccellenza pugliese tra Ascoli Satriano e Bitonto, un fantomatico giornalista locale ha scritto testuali parole: “… La cosa che fa rabbia è la poca sportività dei tifosi del Bitonto che, completamente ubriachi e sopraffatti dalla rabbia, hanno aggredito un pubblico inerme, formato per lo più da donne e bambini…”. Il vero criminale è quello che scrive queste cose, che abusa del diritto di stampa e di parola per avere un posto in paradiso. Proprio in quella occasione, alla fine del primo tempo, siamo stati costretti a buttar giù il cancello della “gabbia” dove ci rinchiusero per permettere alle nostre donne e a i nostri concittadini di andare in bagno».

«Domenica scorsa invece, al termine della partita contro il Novoli, disputata in terra leccese – prosegue il comunicato – ce ne siamo tornati con un arresto e con la nostra tifoseria sotto inchiesta. Ora, non ci stiamo giustificando, questo è chiaro, vogliamo solo toglierci qualche sassolino dalla scarpa. Noi siamo Ultras, conosciamo il codice morale e tutto quello che abbiamo fatto è frutto di coerenza e mentalità. Non siamo santi, agiamo di conseguenza a tutto quello che accade e se ci vengono a prendere a sassate dobbiamo difenderci. Non abbiamo mai picchiato né donne, né bambini, non usiamo mai pietre, non abbiamo rotto nessun bagno e non siamo dei pezzi di merda. Andiamo in trasferta a sostenere la nostra squadra e i nostri colori e di quello che succede in campo non ce ne frega nulla. Se vogliono farci diventare capro espiatorio con l’intenzione di fermarci hanno sbagliato indirizzo. Se vogliono farci nemici di tutte le tifoserie hanno sbagliato indirizzo. Se vogliono tatuarci addosso la parola “vandalo” per reprimere la nostra fede hanno sbagliato indirizzo. Noi non cadremo mai».

NCB