Di seguito il testo integrale, letto in occasione dell’Assemblea pubblica di mercoledì 11 dicembre, che racchiude il pensiero dell’associazione, dei gruppi e dei semplici tifosi riuniti.
Primo Ottobre 1919, l’inizio della nostra storia.
Data di fondazione dell’Us Vigor, poi rinominata U.S. Vigor Nicastro e successivamente negli anni ‘70 segue le sorti della città e con spirito altruista e lungimirante diventa Vigor Lamezia calcio. Evitiamo, poi,di commentare perché quelli che siamo qui, delle ferite subite – fatta salva la parentesi di Mercuri – ancora ne portiamo i segni.
L’importanza nel citare la storia, come per un albero avere radici, è sinonimo dell’esistenza di una linea di valori essenziali e di acuta passione. La nostra, è fatta di risultati striminziti a livello sportivo – non si è andati mai oltre la terza serie – e questo è un dato storico e forse anche una buona leva per chi già promette record. Il nostro passato, però, è ricco di tante piccole storie e tante di esse sono testimonianze importanti da recuperare. Parlo di storie belle, e non di chi prometteva che non avremmo più giocato a Trebisacce salvo poi lasciare all’uscio chi chiedeva aiuto per salvare la Vigor, lasciarci soli a giocare nei campi più disparati dell’hinterland provinciale.
La nostra Vigor è stata negli ultimi 30 anni solo un buon modo per farsi pubblicità, questo non è accaduto solo a Lamezia, ma in tutta Italia e soprattutto in Calabria dove politica, la malavita, poteri forti e un becero giornalismo prostituitosi agli stessi poteri, hanno trasformato il calcio in una cassa di risonanza.
Basta leggere i libri, articoli e risultanze processuali pubblicati in merito all’operazione ‘’Dirty soccer’’ e non solo, per cercare di comprendere quanto abbiamo subito noi tifosi, per individuare i mali e imparare a riconoscerli. Basta dare un occhio al libro di Simone De Meo, “pallone criminale”, con il quale abbiamo chiacchierato proprio da qui, dal chiostro, per rendersi conto che le tante grida di aiuto risalenti a circa 12 anni fa, partite dalla collina, dai ragazzi di ‘’no alla tessera’’ e poi anche riconosciuta da noi dell’associazione e dai tifosi che si riconoscono dietro la sigla Terravecchia, per certificare in modo INDISCUTIBILE il fatto che si trattasse di persone lungimiranti, che vivono di Vigor e che la amano oltre ogni limite, altro che gente che critica e che distrugge e basta. ”Na jiunda” si direbbe in strada.
Questo concetto è importante da smontare, in questa città si è creata una strana scuola di pensiero, bigotta e finta perbenista, che vede in chi non si allinea a beceri meccanismi e si ribella, dei criticoni e soprattutto disfattisti! È l’esatto contrario.
Siamo fieri di aver contestato il cosiddetto periodo degli “oculati”, siamo fieri di aver presenziato davanti al tribunale alla prima udienza Dirty soccer insieme agli ultras ed ai semplici tifosi mettendoci la faccia, siamo fieri di aver calcato campi al limite dell’incolumità personale, siamo fieri di aver scelto un progetto pulito e dal gradino più basso, fieri di aver dato vita ad una festa biancoverde rendendo nell’organizzazione priorità ai bimbi, fieri del nostro centenario, da molti ignorato per invidie e gelosie ma costato tanto lavoro, per come merita una signora di 100 anni da festeggiare. Fieri di aver messo su un’associazione che oggi tutela i veri gli interessi della Vigor, fieri di chi ha affisso manifesti di notte e striscioni in ogni dove, di protesta, di festa, di commemorazione e di IDENTITÀ. Fieri di aver portato ospiti ILLUSTRI, di aver dato onore al merito di sportivi Vigorini degni, fieri di aver creato con voi un memorial per il nostro fondatore, fieri di chi ha fatto un’accurata ricerca e ci ha dato, finalmente, una data di nascita. Fieri di non aver pagato nessun titolo per scalare classifiche e campionati. La lista potrebbe dilungarsi, ma signori miei una cosa è certa:
ABBIAMO FATTO TANTO, abbiamo fatto bene E NON CI VOGLIAMO fermare adesso! Almeno non noi.
Abbiamo anche critiche da fare, ma per ogni errore siamo sicuri non ci fosse mai stata la cattiva fede e siamo certi non li ripeterete e non li ripeteremo, sarà stata solo inesperienza. Siamo rinati il 1° agosto del 2017 grazie ad un pugno di intraprendenti, intelligenti e lungimiranti persone. Altro che una banda di matti! Abbiamo scelto il progetto – sportivamente parlando – ai nostri occhi più genuino e coinvolgente. Abbiamo ottenuto tutto ciò che si poteva ottenere e siamo vicini a portare a compimento un MIRACOLO SPORTIVO oltre il quale non vi si chiederà di andare.
Oggi siamo qui per capire se si può continuare a portare avanti uno stile onesto, trasparente e cristallino. Se in questa città possa ancora esistere una realtà che si distingua dal resto del marciume e si faccia portatrice di sani principi e valori, e che li allarghi anche ad altri ambiti della convivenza civile e politica.
La domanda è dunque, COSA VOGLIAMO ESSERE?
Prima ancora di parlare di fusione, cosa che abbiamo spinto in tempi non sospetti, pur rimanendo avversi a mistificazioni e salvo essere derisi, vogliamo parlare di calcio moderno o calcio popolare, della nostra incapacità ad oggi di affrontare un percorso di questo tipo.
È un dato di fatto e forse anche il nocciolo del problema, in molti vogliono vivere confronti con piazze più importanti di questi lugubri incontri con realtà caprine. Sembra legittimo tutto ciò per chi ha conosciuto una sola Vigor prima di questi 3 anni, ma ha un costo. È auspicabile, importante e soprattutto lo chiedono i nostri padri di unire le due realtà Vigor, per questo siamo qui a valutare in quale misura ciò è realizzabile.
L’atteggiamento non può essere quello di imporre gli stessi modus operandi e le stesse dinamiche passate. Se lo stile sarà quello del comunicato diciamo subito no, ci salutiamo. Se invece si parte dal RISPETTO, DAL CORAGGIO, DALLA CHIAREZZA E ALTRE VIRTÙ’ CHE NON CI FACCIANO PERDERE DI VISTA LA NOSTRA OPEROSA COMUNITÀ, ci si può sedere, per il bene principale, ovvero unire un popolo di fratelli. Guardare avanti, ma con progetti chiaramente riscontrabili e, soprattutto, su basi che devono avere dei paletti precisi da sottoporre alle parti.
Come associazione CHIEDIAMO di conoscere a che punto è la trattativa, SENZA VELI. Chiediamo che il logo della Vigor venga restituito all’associazione per essere preservato e mantenuto di proprietà dei tifosi, ovvero si stabilisca un modo per far sì che chi andrà a trattare ci vada con la forza degli ideali e dell’amore sincero. Chiediamo che il titolo dell’ex Stalettì non venga scelto solo per opportunità di prendere scorciatoie sportive, ma si valuti anche il titolo della 1919 come possibile strada. Chiediamo una società con una presenza dei tifosi non di sola rappresentanza a garanzia.
A noi interessa unire i tifosi della Vigor. Ci interessa coltivare la storia. Ci interessa creare comunità. Ci interessa far crescere la Vigorinità in tutta la città. Ci interessa crescere in consapevolezza. Ci interessa una stampa che riporti e non una stampa che inventi giochi pirotecnici o strategie di marketing insieme a consiglieri, magari del settore. Ci interessa un progetto che sia per i Vigorini e non che li sfrutti. Ci piacerebbe vincere con forza ma onestamente, il resto a noi non riguarda.
Noi ci impegniamo a continuare a dare il nostro supporto e ad amplificarlo qualora queste richieste siano prese in considerazione totalmente. Nel caso in cui ci sia da discuterle vogliamo che le questioni si concordino volta per volta con chiarezza, prima con i tifosi, pubblicamente e come oggi. Siamo per un tentativo di unione anche economica che possa portarci in campionati di un certo livello, ma ci sentiamo pronti a ripartire non dalla prima ma dalla terza categoria se il tutto deve essere un’illusione con doppi fini.
Dopo questo comunicato inaspettato, abbiamo deciso di fare silenzio per 20 minuti domenica scorsa e lo rivendichiamo con forza, uno sciopero del tifo, solo dopo aver elogiato i calciatori che stanno dimostrando vero amore per questi colori, il tutto si è reso necessario per rimarcare la nostra e vostra natura che è la vostra unica forza e le nostre esigenze di rispetto e trasparenza. Giorno 1° febbraio avremo un incontro cruciale qui al chiostro e saremo in compagnia di ospiti illustri che ci spiegheranno quello che succede nelle realtà popolari e non solo, parleremo di supporter trust nelle società convenzionali.
Ci piacerebbe vedere l’una e l’altra società, ci auguriamo distensione e spirito propositivo ci aspettiamo sicuro voi la squadra e i nostri tifosi. Sicuri che questo sia stato solo il passo falso indotto da chi ha fretta per il bene più grande e non solo una strategia per dividerci e soprattutto un tentativo maldestro per screditarci, sediamoci guardiamoci in faccia e parliamo.
Non saremo noi a chiudere la porta ai nostri fratelli! Non faremo come in passato han fatto altri. Ma non lo faremo solo se di veri fratelli si tratta!