In merito allo striscione apparso nel settore da noi occupato al Parken  Stadium di Copenaghen in occasione dell’incontro Danimarca-Italia di venerdì scorso , recante la scritta “ l’Italia nel cuore, Berlusconi a S. Vittore”,  ci preme prenderne le distanze, poiche’ lo stesso non è stato opera di nessuna delle sezioni che abitualmente segue la nazionale,  ma solo di tifosi occasionali che nulla hanno a che vedere con il nostro modo di agire e comportarsi. Augurare la galera a chicchessia (per quanto criticabilissimo) non è nel nostro stile, anche se gli altri, troppo spesso, la augurano a noi. Anche in questo dimostriamo la nostra superiorità morale sui nostri persecutori.  Cogliamo cosi anche l’occasione per gridare a voce alta che da ora in poi non tollereremo più  che ciò accada, vigilando su qualsiasi cosa verrà esposta , ricordando che per rendere più  bello e omogeneo il settore  tutti devono impegnarsi a portare solo tricolori e non magliette, sciarpe o simboli di squadre di club di  appartenenza.

Mostrare e voler dimostrare per quale squadra si tifa è sacrosanto ma va’ fatto durante il campionato. Quando gioca la nazionale i soli colori che ci rendono comunità  sono l’azzurro e il tricolore.

La Nazionale deve unire e non dividere, nell’altro modo si creano steccati  e contrapposizioni che non ci faranno mai crescere in termini numerici e di tifo. Aggiungiamo che in un clima di linciaggio e di “razzismo anti-ultras” è auspicabile la solidarietà e la compattezza tra tutti i veri tifosi. E’ in gioco la sopravvivenza di un movimento e di un ambiente umano che certi signori vogliono diviso per farlo morire.

Invitiamo pertanto tutti coloro che si riconoscono in questi valori a farli propri e a diffonderli, ricordando che la goliardia, l’identità di nazione, l’amore per la patria è quello che ci spinge a seguire la maglietta azzurra che non porta il nome di nessun calciatore e che non è di proprietà della Federazione e  di Abete, ma di tutti quelli che la supportano e la  onorano. In un mondo dove gli aspetti economici e mediatici hanno il sopravvento su tutto, l’idealismo degli Ultras è l’elemento più serio e puro dello sport italiano.

Essere a nostro modo Ultras, credere a questi  ideali è quello che ancora ci spinge  a lottare e a  non mollare ai potenti del calcio internazionale la patente di unici conduttori di quel gioco che fin da bambini ci ha fatto sognare, gioire e anche soffrire,  ma che ci ha dato la possibilità di vivere la  vita più bella che ci sia!