Benvenuti a Gragnano “Città della Pasta”. Se il caldo afoso e stritolante non massacrasse la nostra macchina, ci sarebbe modo per rallegrarsi alla lettura di un saluto così accogliente. Assieme al vino, infatti, è il grano duro il protagonista preponderante del piccolo centro campano, schiacciato tra Castellammare di Stabia e i Monti Lattari. E i tifosi gialloblu ci tengono a ribadirlo sempre e comunque nei loro cori, tanto che “Vino, pasta e marjiuà” non è solo uno slogan da stadio, ma un modus vivendi per tutti i gragnanesi. Peccato che siamo sul filo di lana e il tempo stringa in vista del calcio d’inizio, pertanto non possiamo concederci neanche il pensiero di un soave incontro culinario.

Al San Michele arriva la Turris, e tutte le vie che portano allo stadio sono bloccate da camionette e agenti che convogliano il traffico altrove. Qualcuno aveva vociferato di un divieto imposto ai tifosi corallini a causa della quasi contemporaneità con la gara della Juve Stabia, previsione che fortunatamente non si è cconcretizzat, permettendo alle due fazioni di inaugurare questo torneo nel migliore dei modi. La Torre del Greco calcistica ha accolto questa stagione come quella della rinascita. Il progetto del presidente Giugliano, che ha preso i biancorossi in Eccellenza, dopo il fallimento, è quello di riportare i corallini nel calcio professionistico dopo ben 15 anni di assenza, rinfocolando una storia gloriosa che li ha visti campeggiare in Serie C praticamente senza sosta tra gli anni settanta e i primi duemila.

L’entusiasmo e la breve distanza hanno fatto il resto, con circa 300 ospiti che si presentano al San Michele per sostenere la compagine vesuviana. Il settore di casa non presenta numeri da capogiro e gli ultras si concentrano nella parte posta alla mia sinistra, dietro le classiche pezze del tifo organizzato gialloblù.

Le due squadre fanno capolino dal tunnel e i padroni casa espongono uno striscione per Enzo, ragazzo venuto a mancare sul posto di lavoro, osservando cinque minuti di silenzio in sua memoria. Tra le cose più belle della giornata c’è la rinnovata maglia della Turris, che, almeno ai miei occhi, torna a splendere con il vecchio e storico simbolo, dopo che per anni i supporter torresi sono stati costretti a mandar giù denominazioni bislacche dietro proprietà non propriamente limpide.

Per quanto concerne il tifo, il sostegno corallino comincia subito forte, con manate e cori a rispondere, poi col passare dei minuti è il blocco centrale a tifare sempre e senza pause, riuscendo però saltuariamente a coinvolgere l’intero settore. Udendo il bel boato al vantaggio ospite posso immaginare che in tanti seguano con trasporto le sorti dell’incontro, e questo finisca per influire sulla prestazione canora complessiva.

Dall’altra parte il gruppo di casa è come sempre volenteroso, non lasciando nulla al caso. Tantissime le manate e una bella coreografia nel secondo tempo, che colora il settore con un bandierone e diversi fumogeni. La pirotecnica è certamente un marchio di fabbrica dei ragazzi gragnanesi. Avevo avuto modo di vederli giù in un paio di occasioni, e devo dire che anche oggi mi hanno fatto una buona impressione. Tifoseria con tanta voglia di fare e che approccia lo stadio con la giusta idea di divertirsi, senza troppi fronzoli. Il loro drappo Tempi Duri è sintomatico di come vedano l’attuale essere ultras, ma più in generale tifoso di calcio, seppure in realtà minori. E proprio perché sono tempi duri veramente, riuscire ancora a creare un movimento aggregante, capace di girare l’Italia in un girone che ti manda a Torre del Greco come in Sicilia, è fondamentale per tramandare alla città un qualcosa di bello e importante per i giovani e gli sportivi tutti.

In campo la Turris doma l’avversario con un gol per parte. I suoi ultras aumentano i decibel nella ripresa, dopo il raddoppio, rinverdendo i fasti di vecchie rivalità di zona e ringraziando i giocatori che a fine gara vanno a festeggiare con il pubblico. Umore differente per i gialloblù, dove chiaramente regna la delusione per la sconfitta, anche se maturata contro una delle formazioni accreditate al salto di categoria.

Effettuati gli ultimi scatti ripongo la macchinetta e mi avvio verso le uscite, con i tifosi corallini che si sono appena rimessi in viaggio verso casa e quelli di casa che pian piano stanno sfollando. Speriamo di poter assistere a un campionato con il minor numero di divieti possibile, dove i sostenitori possano confrontarsi e i settori ospiti siano sempre pieni. Volere è potere, l’importante è non fare del terrorismo psicologico e capire quanto queste categorie vivano grazie soprattutto all’amore dei tifosi per la propria terra e l’identificazione degli stessi nelle compagini locali.

Simone Meloni