In data odierna il Consiglio di Stato si esprime sulla sentenza del TAR che aveva confermato l’esclusione del Chievo dalla Serie B, che poi a sua volta aveva dato il via a tutta la crisi e le scissioni che hanno investito il mondo clivense. Dalla nascita di un nuovo sodalizio voluto e guidato dall’ex attaccante gialloblu Sergio Pellissier, la Clivense, alla battaglia sportiva e giudiziaria che riguarda il vecchio sodalizio e il suo proprietario Luca Campedelli, di cui quest’ultimo rappresenta solo l’ultimo capitolo di una lunghissima saga, fin qui sempre avversa alle loro sorti.

Da un punto di vista strettamente ultras, mentre una parte della tifoseria ha deciso di seguire le sorti della Clivense, c’è invece chi, come il Gate 7, ha sempre rifiutato di abbandonare la vecchia squadra al proprio destino e ancora una volta, alla vigilia della sentenza attesa dal Consiglio di Stato, ha tappezzato i luoghi simbolo della storia del Chievo con una serie di striscioni. “Comunque vada Chievo unica fede”, questo il messaggio replicato più e più volte. Chiaro l’intento dei ragazzi del Gate 7, di replicare e ribadire la propria fede a prescindere da quello che è successo, da quello che i tribunali diranno di buono o negativo.

Quello che succederà dopo non è dato sapere. Anche da un punto di vista ultras e delle scelte specifiche del Gate 7 potrà esser vero tutto e il contrario di tutto. Ma per usare un motto che ben definirebbe la questione, non è finita finché non è finita, e la scelta, o per meglio dire, le scelte del gruppo nella loro interezza sono sempre state votate proprio in tal senso. Solo il Chievo. Fino alla fine. Dopo l’eventuale fine, al massimo, si potrà parlar d’altro.