Il 5 e il 6 aprile 2016 sono stati convalidati 2 degli 8 “Daspo di Piazza” inflitti ai manifestanti che hanno partecipato alla manifestazione anti Lega Nord dello scorso 14 novembre. Per quella manifestazione furono emanati 6 ingiunzioni di Daspo mentre le altre 2 per la manifestazione del 13 novembre durante una protesta contro gli sfratti e per le case di Sant’Ermete.

Come già annunciato e discusso durante le iniziative promosse dal “Comitato No Daspo di Piazza” questi provvedimenti, che vietano l’accesso ad ogni tipo di manifestazione sportiva, sono stati emanati per cause che niente hanno a che fare con lo sport e quindi sono una vera e propria privazione e negazione della libertà personale.

L’accanimento della questura pisana nei confronti degli otto daspati non conosce limite: la convalida di questi due Daspo arrivano proprio allo scadere dei 90 giorni, termine legale per la notifica delle ingiunzioni. Ci sembra come se la questura si diverta a prendersi gioco di chi scende in piazza accusandoli di commettere il reato di istigazione a delinquere (magari per aver parlato al megafono) e sostenere comportamenti antisociali (è antisociale protestare in mezzo a centinaia di persone?).

Per questi assurdi motivi i 2 daspati non potranno accedere all’Arena Garibaldi ed a tutte le manifestazioni sportive di calcio in Italia e all’estero per la durata di ben 2 anni! Per non parlare della limitazione di accesso a molte strade della città, prima, dopo e durante le partite, compreso stazioni ferroviarie e quartieri limitrofi. In poche parole il giorno della partita è impossibile prendere il treno per andare a farsi un giro o addirittura non si comprende come se chi abitasse in una delle strade vietate possa uscire di casa?

Adesso che i primi Daspo sono stati convalidati, la lotta a questa assurda legge necessita di amplificarsi: se i governi e le questure locali credono di intimidire chi protesta, chi sciopera e chi resiste per non essere buttato fuori di casa negando la libertà personale si sbaglia di grosso. Non saranno le denunce o le diffide a far placare chi lotta e chi si ribella. La città di Pisa, dove per ora sono stati emanati questi nuovi provvedimenti, ha già iniziato a rispondere: centinaia di firme raccolte allo stadio, nei quartieri e al mercato; iniziative pubbliche e raccolta di fondi per sostenere le spese legali sono state un successo.

Adesso però è quanto mai importante dare un segnale ancora più forte per sostenere i Daspati, non solo legalmente con tutti i ricorsi del caso ma anche con altre iniziative che verranno messe in campo.

Comitato No Daspo di Piazza