L’ennesima inchiesta. Già parlare di “gruppi organizzati”, oggi come oggi, è anacronistico e spesso sbagliato. I dati su cui si basa questa sedicente “inchiesta” sono gli stessi di qualche inchiesta precedente: Fonte Digos (Per essere precisi: Servizio investigazioni generali della Direzione centrale della polizia di prevenzione), cioè di gente che per continuare a lavorare e ad esistere deve diffondere panico sociale. L’unico elemento di novità sono un paio di righe sul comunicato della “Lega Calcio” che “Federsupporter”, movimento più vicino ai tifosi di club che non agli ultras, ha giustamente definito “Gravissimo e inconcepibile”, d’altronde non sbaglia di molto chi dice sia stato scritto sotto dettatura di Lotito, uomo forte in Lega, per aizzare l’opinione pubblica contro i suoi ultras che ultimamente ne stanno mettendo alle corde la concezione manageriale da padre-padrone.
Scrivono che “la politica è sempre più presente sugli spalti degli stadi italiani”: prima frase e prima idiozia, visto che la politica è evidentemente meno presente sia come simbologia che da un punto di vista prettamente militante. Non è un caso, per esempio, che in alcune intercettazioni dell’inchiesta su “Casa Pound” a Napoli, uno degli indagati optasse per non coinvolgere gli ultras in quanto “non più affidabili”. Ci sono delle ovvie eccezioni, ma il sentimento sempre più ampio è quello di un certo riflusso verso la politica. Quello che i singoli fanno privatamente fuori dallo stadio sono affari loro, ma a livello collettivo il trend degli ultimi anni è sintetizzabile nello slogan “Ultras, no politica” visto spesso e da più parti. Parlare degli ultras fiancheggiatori dei “Forconi” è altrettanto ridicolo, visto che la partecipazione è stata davvero minima. Il problema di fondo è che il calcio è ancora catalizzatore giovanile primario, per cui si possono trovare ultras dagli avventori di un bar ai partecipanti di una manifestazione, però scrivere certe cose è un’evidente forzatura.
Il resto è un copia/incolla spietato dell’inchiesta criticatissima, insulsa e piena di errori già uscita su “Repubblica”.
Per noi è immondizia. Se ancora avete voglia di leggerla, eccola.

ultras_torciaLa politica è sempre più presente sugli spalti degli stadi italiani. Da almeno 20 anni idee più o meno radicali trovano terreno fertile tra le frange estreme degli ultrà. Le stesse che ogni domenica sembrano muoversi più per coltivare l’odio verso gli avversari che l’amore per una squadra di calcio, dando vita a noti fatti di cronaca.
Negli ultimi tempi, però, quest’attitudine alla violenza e la contrapposizione alla società vengono ricercate maggiormente dai movimenti estremisti, che in questi anni di crisi sono diventati efficaci catalizzatori del malcontento generale e della sfiducia verso la politica.
LA REAZIONE DELLA LEGA CALCIO. Tanto che la Lega calcio ha preso una dura posizione contro certi tifosi varando l’iniziativa dal titolo «intimidazioni ultrà, ora basta», denunciando «la gravissima violazione dei diritti delle società sportive a essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà morale, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori».
GLI ULTRÀ SCENDONO IN PIAZZA. La curva diventa quindi un vivaio da cui, per esempio, provengono i soggetti che partecipano a proteste e manifestazioni che nell’ultimo periodo hanno fatto irruzione nella vita del nostro Paese. Così gli ultrà vengono identificati in prima linea insieme con il Movimento dei forconi, sulle barricate davanti alle discariche del napoletano, tra gli striscioni accanto ai disoccupati o in mezzo agli scontri con le forze dell’ordine.
In certi casi perché condividono i medesimi problemi di chi manifesta. La stessa esasperazione che portano sugli spalti.
IN ITALIA 388 GRUPPI DI TIFOSI. Per fare chiarezza sui soggetti che si muovono nelle curve, nel 2014 la polizia ha provato a tracciare una mappa degli ultrà censendo 41 mila tifosi in Italia, suddivisi in 388 gruppi (nel 2013, dai dati del Servizio investigazioni generali della Direzione centrale della polizia di prevenzione, erano circa 45 mila per 417 gruppi).
Il 21% dei supporter (circa 8.500) rientrano in 60 gruppi dichiaratamente politicizzati: 45 sono di estrema destra e 15 di estrema sinistra.
DIVISI TRA DESTRA E SINISTRA. I primi sono concentrati prevalentemente nella serie A in regioni del Nord. I secondi si trovano anche nelle serie minori (B e Lega Pro), soprattutto nelle regioni centrali. Proprio nel Centro Italia c’è il più alto numero di «tifosi della politica»: 29 gruppi di cui 19 di estrema destra e 10 dalla parte opposta. Anche il Nord fa la sua parte con 27 gruppi (24 a destra e tre a sinistra) seguito dal Sud con quattro (due di destra e due di sinistra).

Per quando riguarda la distribuzione degli ultrà al Nord, la concentrazione più alta si trova in Lombardia: 56 gruppi, che fanno dalla Regione la prima in Italia. Seguono la Liguria, dove ce ne sono 42, il Piemonte (32), il Veneto a pari merito con l’Emilia Romagna (24), il Friuli Venezia Giulia (6) e il Trentino-Alto Adige (1).
SECONDO POSTO ALLA CAMPANIA. La Campania è la seconda regione in Italia per quanto riguarda il numero di gruppi ultrà: 50. Sempre al Sud, seguono Sicilia (29), Puglia (18), Calabria (9), Abruzzo (8), Molise (3), Sardegna e Basilicata (1).
In queste aree più che l’infiltrazione della politica, nel movimento ultrà si evidenzia costantemente la presenza della malavita, la cui manovalanza frequenta gli stadi.
AL CENTRO C’È LA TOSCANA. Al Centro il primo posto (tezo a livello nazionale a pari merito con la Liguria) c’è la Toscana. Seguono Lazio (21), Umbria (14) e Marche (7). Per quanto riguarda la militanza politica, un esempio di attivismo al di fuori degli stadi si trova a Pisa. Qui due gruppi di sinistra – Sconvolts e Rangers – una volta scesi dagli spalti promuovono spesso raccolte fondi per la costruzione di ospedali, infrastrutture e impianti sportivi in America Latina e in Africa.

L’appartenenza a uno schieramento politico o meno emerge anche dalla scelta degli ultrà con cui ‘allearsi’. Sempre più spesso entrando in contatto tramite social network e internet, per esempio, come nel recente gemellaggio tra gli Irriducibili Curva Sud del Catania e i supporter del Borussia Dortmund.
Degli 80 gruppi italiani gemellati con tifoserie straniere, 10 sono di estrema destra e altrettanti di estrema sinistra, 21 apolitici, quattro gruppi misti e 35 di altri schieramenti.
RISCHI FUORI ITALIA. In base a quanto osservato negli ultimi anni dalle squadre tifoserie delle questure italiane, le partite internazionali sono quelle più a rischio. In queste occasioni – che alle forze dell’ordine presentano esigenze diverse di ordine pubblico – si accende infatti la possibilità di sfuggire al controllo domestico e di cercare lo scontro con un avversario comune. Non importa se fuori o dentro lo stadio. Poi, in certi casi, vengono scoperti precedenti comunicazioni oltreconfine tra gruppi gemellati per assicurarsi di avere un ‘alleato’.
FANZINE E VOLANTINI DI PARTE. Di norma, comunque, il tifo ha il sopravvento sull’ideologia per cui all’interno di una stessa tifoseria possono convivere sodalizi di diverso orientamento politico. In altri casi, invece, i gruppi si muovono proprio come un’organizzazione politica, anche distribuendo fanzine e volantini.
In Italia a questa attività si dedicano nove gruppi di estrema destra e due di estrema sinistra. Tra i più attivi, a destra, ci sono per esempio gli Uber Alles di Frosinone, la Curva Furlan della Triestina e i Cani sciolti del Lecco.
A sinistra, invece, i Rebel Fans del Cosenza, gli Ingrifati del Perugia, gli Sconvolts84 del Pisa e i Primidellastrada della Ternana. La produzione di materiale informativo viene seguita anche da due gruppi apolitici, due misti e 23 in totale con altri orientamenti.

Che la politica c’entri o meno, in occasione delle partite di calcio continuano a verificarsi problemi di ordine pubblico tra gli spalti e le strade. Negli ultimi cinque anni la polizia ha arrestato oltre 500 tifosi, e ne denunciati 4 mila.
Nel corso della stagione 2012-13 sono stati effettuati 166 arresti (erano 152 nel precedente campionato) di cui il 36% specificamente per i ‘reati da stadio’ da parte della Digos (cioè 60, erano 51 nel precedente). Per le stesse infrazioni ha invece denunciato 615 persone (545 nel precedente campionato) delle 1.010 perseguite in totale.
RISSE E ARMI IMPROPRIE. I reati più ricorrenti sono quelli contro la persona (rissa, percosse, lesioni, ingiurie) con 383 violazioni, seguiti da quelli legati a possesso e lancio di artifici pirotecnici (213 violazioni), danneggiamenti (134), possesso di armi improprie o strumenti atti ad offendere (129), indebito superamento di una recinzione (115) e lancio di corpi contundenti (103).
I CORI RAZZISTI NON CALANO. Dal bilancio degli ultimi anni, inoltre, emerge una diminuzione generale degli episodi di razzismo, ma l’abitudine ai cori contro il ‘diverso’ resta praticamente immutata: 18 episodi (12 nella precedente stagione) rivolti per lo più ai giocatori di colore delle squadre avversarie.
Nel corso del campionato 2012-13 sono stati arrestati tre ultrà e 15 denunciati per violazione della legge Mancino (punisce gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista o discriminatori per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali). Di questi, otto episodi riguardano i supporter della Lazio, tre della Juventus e due della Roma. Solamente uno nello stesso periodo, invece, lo striscione che ha fatto scattare la denuncia.

Sabato, 29 Marzo 2014

[Fonte: Lettera43]