Il lungo e strano valzer dei playoff di Lega Pro continua. Pur nella sua forma discutibile e perversa, per il solo e grande premio in palio, risveglia entusiasmi e speranze.

Dopo il primo turno in gara secca, in casa della migliore classificata, in questo secondo turno si ritrovano di fronte Cosenza e Matera. Da qui fino alla finale ci si affronterà in doppia sfida: a giocare la seconda in casa sarà la squadra meglio classificata durante la stagione regolare, cosa che permette anche un minimo di pretattica.

Le cronache parleranno di 4.500 spettatori circa, ma a parte le stime più o meno attendibili, il colpo d’occhio del “San Vito – Marulla” è senza dubbio migliore. A spingere i rossoblu verso il sogno della riconquista della B, una bella cornice di pubblico, sia in Curva che soprattutto in Tribuna. Il settore di riferimento di “Anni Ottanta” e soci si presenta davvero ben pieno e colorato, sfoderando una bella coreografia perfettamente in linea con il nome e gli intenti ideologici di questo gruppo: un bandierone copricurva a tutto settore che, una volta ammainato, mostra un tappeto di cartoncini metallizzati che colorano la tribuna di scacchi rossi e blu. Al centro, a completamento, una scritta molto “old school” sia nei contenuti che nella fattura: “COSENZA MAGIA ULTRÀ FOLLIA”, motto ricorrente del passato storico degli ultras, riproposto con le lettere sagomate singolarmente e non con moderni striscioni, magari stampati da qualche ditta specializzata.

Oltre al colore, la Tribuna A offre anche un tifo canoro di alto profilo e non disdegna impegno e sostegno nemmeno la Curva Bergamini, che coadiuva il proprio tifo con un pugno di bandiere a rinforzare il colpo d’occhio dal punto di vista cromatico.

I tifosi ospiti giungono in Calabria in 150 circa, abbozzano anche qualche tentativo di tifo, persino una sciarpata, ma è evidente, soprattutto ai fini organizzativi e nella riuscita finale del tifo stesso, che manca il piglio degli ultras, visto che la Curva Sud continua imperterrita sulla propria linea di opposizione totale e di rifiuto alla tessera del tifoso. Con il grosso del mondo ultras ormai adagiatosi in tal senso, certe scelte testardamente coerenti sembrano quasi sciocche o magari anacronistiche, ma in tempi come questi, dove spesso il mutamento della realtà ultras avviene per compromesso al ribasso, trovare realtà così fuori tempo rispetto a questa attualità infame è forse persino un punto di vanto.

Gianluca Romita.