La pandemia è castrante per i tifosi. Li annichilisce al ruolo di consumatori, di spettatori inerti, impossibilitati a incidere in qualsiasi misura. Giocoforza ci si è dovuti abituare a seguire le partite in tv, o per i più nostalgici via radio, ma soprattutto gli ultimi tempi hanno evidenziato che la voglia di arrendersi non è mai balenata per la mente a nessuno.

In più occasioni si sono viste scene in cui, almeno per un breve lasso di tempo, i tifosi hanno cercato di superare il limite fisico delle porte chiuse, facendosi trovare alla partenza o al ritorno della squadra prima e dopo determinate partite clou, di modo da caricarla o ringraziarla.

Non di meno sono mancate le polemiche, a partire dai più maniacali osservanti dei protocolli sanitari, che lamentavano il mancato rispetto delle distanze o qualche mascherina abbassata di troppo, finendo poi all’ultima querelle che ha visto coinvolti i tifosi del Bologna e Mihajlovic, reo di alcune frasi offensive verso i tifosi, carpite in un video girato all’interno del pullman della squadra.

Anche i tifosi della Reggina, in vista del derby calabrese di Serie B in casa del Cosenza, hanno voluto farsi trovare fuori dal “Granillo” affinché a chi doveva poi scendere in campo, arrivasse un po’ di quella grinta e di quella voglia di emergere tipica di ogni sfida condita da una certa rivalità.

Torce, bandiere, cori, in definitiva una gran bella atmosfera per cercare di ricavare il massimo in una partita che, oltre alla supremazia calcistica regionale, metteva in palio anche punti pesanti in chiave salvezza.

Alla fine della contesa ne uscirà un movimentato pareggio, un 2 a 2 che, per la vecchia logica statistica della media inglese, arride più agli ospiti, che più che altro riescono così a tenere a distanza il Cosenza e mantenersi ancora al di sopra della pericolosa zona playout.

Foto di Pasquale Minniti
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