E così prosegue senza sosta il progetto di riportare le famiglie all’interno degli stadi italiani. Effettivamente c’è bisogno di vedere interi nuclei familiari seduti sui gradoni o comodamente posizionati su poltroncine in tinta, magari con i bambini che si sgranocchiano pop corn ed ingurgitano Coca Cola, il capofamiglia con indosso la maglia ufficiale della propria squadra e con la signora vestita di tutto punto, magari con un bel cappellino che richiama senza troppa fantasia lo sponsor principale della società. E poi negozi, parrucchieri, centri commerciali, lo stadio da vivere sette giorni su sette, senza ultras, senza striscioni, senza colore, insomma il posto più asettico possibile. Probabilmente un progetto del genere mai avrà fine, forse non nella nostra cultura, forse in nessuna parte d’Europa e se gli americani vanno pazzi per il wrestling e per le partite di baseball che terminano con punteggi stratosferici, si tengano stretti pure il loro “sport”, il loro passatempo, il loro spettacolo che in Italia abbiamo un’altra cultura. Questa cultura che ancora non è ben capita da chi, senza avere le conoscenze giuste per poter giudicare, continua imperterrito a mostrare il suo bicchiere mezzo pieno, incapace di vedere più in là del suo naso. Eppure giudica, lancia sentenze, fornisce addirittura progetti per migliorare il calcio e i nostri stadi! Ci manca che prenda pure la parola Moggi, ormai diventato un martire del calcio italiano, un bravo dirigente che ha avuto la sfortuna di imbattersi in qualcosa più grande di lui, un vero esperto di calcio e come in tutti i migliori discorsi qualunquisti “ce ne fosse di gente come lui”.

Ok, torniamo al progetto delle famiglie allo stadio e pensiamo seriamente a come invitare, in un periodo di regresso economico, più persone possibili ad assistere ad un incontro di calcio. Penso che le possibilità siano limitate: o si propone uno spettacolo di alta scuola, oppure si abbassano i prezzi per permettere anche a nuclei familiari numerosi di potersi godere una partita di calcio.

In passato le tifoserie italiane sono scese, con gesti più o meno forti, sul terreno di guerra per denunciare gli alti costi dei biglietti nei nostri fatiscenti stadi; stadi che, almeno teoricamente, dovrebbero essere di nuova generazione perché, bene ricordarlo, diversi impianti hanno subito un profondo restauro per i mondiali del 1990. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: se a Bari si è costruito un impianto eccessivamente sovradimensionato, se a Torino il Delle Alpi è già finito nell’album dei ricordi, ci sarà pure un motivo. Forse il solito giochetto delle grandi opere costruite a prezzi esorbitanti con qualche bustarella passata di mano in mano?

Conclamato che gli stadi son quelli che sono, ed in alcuni casi non sono nemmeno malaccio, continuiamo a porci la domanda di come portarci persone dentro. Sicuramente – come detto – abbassando i prezzi dei biglietti, ma anche qui qualcosa non torna perché per una partita di serie A, neanche decisiva per i fini della classifica, per un settore ospite vengono chiesti 35 euro. Mica spiccioli! Mi posso solo immaginare la faccia dei tifosi viola che si son visti chiedere tale cifra per metter piede nel settore ospite del Carlo Castellani, cifra sicuramente eccessiva, come eccessive sono certe altre cifre, soprattutto dei settori ospiti, che si sentono in giro per lo Stivale.

Questa volta gli ultras della Curva Fiesole non ci stanno e tramite un comunicato decidono di presenziare comunque ad Empoli, ma senza entrare nello stadio. Eppure è un derby, eppure questa partita ai fini della classifica vale più per i viola che per gli azzurri, ma penso che sia stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Gli ultras della Fiesole non vogliono spendere i 35 euro del biglietto, si fanno ugualmente la trasferta ma restano fuori.

Ora la palla passa in mano delle forze dell’ordine, che teoricamente hanno da gestire due tifoserie all’interno del Carlo Castellani (del resto ci sono tifosi viola che si slegano da tale iniziativa) più un tot di tifosi che si ritrova alla stazione di Santa Maria Novella per prendere il treno per Empoli.

Ed effettivamente alla stazione di Empoli c’è movimento con diversi blindati ed un bel numero di agenti pronti per accogliere quelli che sono i “dissidenti” viola.

Intanto nei dintorni dello stadio c’è l’afflusso di entrambe le tifoserie. Gli empolesi hanno numeri ben superiori alla media, in fondo questa è una delle partite che attendendono con più trepidazione, mentre i viola si presentano per lo più con mezzi propri e questo causa sicuramente delle falle al sistema di gestione della sicurezza.

Numeri importanti per i padroni di casa che per questo derby sfoggiano una bella coreografia: bandierine in Maratona inferiore e superiore con telone che si apre in zona Desperados, tutto molto semplice ma meritevole di nota, vista la pochezza di colore che c’è in giro. Anche su questo aspetto sappiamo chi ringraziare: le solite persone che senza avere la competenza giusta, esprimono giudizi ed impongono regole.

I viola occupano due spicchi del settore più un rettilineo di tribuna, e considerando i numeri nel recente passato, l’importanza della partita e la vicinanza che c’è tra Firenze ed Empoli, direi proprio che questo pomeriggio la consueta invasione proprio non c’è stata. A ben vedere la protesta della Fiesole ha colpito nel segno, visto che pezze e striscioni se ne contano ben pochi, e quelli che ci sono, per la maggior parte, indicano località toscane neanche in provincia di Firenze. Logico che tra i presenti, siano molti pochi gli ultras e molti di più i semplici tifosi o gli sportivi della domenica.

I viola presenti tentano comunque di farsi sentire, ad inizio partita mostrano una sciarpata, poi passano a caricare la squadra, ma anche a ricordare ai rivali l’inferiorità storica: “Voi siete schiavi di Firenze!” è il coro che va per la maggiore, gli empolesi non ci stanno e rispondono per le rime.

Gli ospiti proseguono tra battimani e cori: ad essere sinceri non ci sono lunghi momenti di completo silenzio, anche se a differenza di ciò che poteva essere, il tifo è sulle spalle di una minoranza. Qualche volta viene coinvolto l’intero settore, in alcuni casi il risultato non è neppure malaccio, ma in altre occasioni a cantare è solo una cinquantina di persone.

Intanto fuori dal settore, nel parcheggio destinato a pullman ed auto, ecco fare la loro comparsa gli ultras della Fiesole che, come annunciato, sono giunti ad Empoli per restare fuori l’impianto. I bandieroni fanno capolino dai cancelli tenuti ben chiusi (chissà cosa si aspettavano, i carri armati della Festa della Dea?), si sentono i cori degli ultras e, a conferma della presenza, vengono accesi pure dei fumogeni.

Gli empolesi intanto marciano spediti al fianco della squadra, cori ed incitamento non mancano come non manca il colore offerto dalle bandierine. In zona Desperados si notano i classici bandieroni mentre qualche due aste, preparato per l’occasione, punzecchia la tifoseria rivale. Ovviamente gli empolesi trovano poca resistenza dai viola presenti e riescono chiaramente a farsi sentire dalla squadra: tanti battimani e qualche coro che stranamente coinvolge gran parte del settore. Evidentemente la rivalità con i viola è sentita sia dagli ultras sia dai tifosi azzurri. Le due tifoserie, in effetti, non mancano di insultarsi, anche i viola sono particolarmente agguerriti e gli ultras azzurri non si fanno certo pregare per rispondere a dovere.

Sul terreno di gioco la partita è vibrante, ricca di gol ed emozioni: la Fiorentina riesce a fare bottino pieno grazie a Ilicic, autentico mattatore della giornata, anche se l’Empoli ha mostrato il suo classico gioco frizzante e redditizio. A fine partita grandi applausi ai vincitori, ma pure ai vinti ai quali lo stadio tributa i meritati applausi. Applausometro che schizza alle stelle per mister Sarri, il tecnico del sorprendente Empoli viene subissato di applausi ed il coro a lui dedicato probabilmente è il top della giornata.

Arrivederci al prossimo derby, al prossimo biglietto da cinquanta euro, al prossimo salottino dove discutono sui mali del calcio e sulle intemperanze degli ultras. Che la disinformazione si faccia largo tra le menti non pensanti.

Valerio Poli.