Quando ero un bimbo mi affascinava tantissimo la coppa Italia. Perché giocavano di sera e l’atmosfera di per sé già suggestiva era spesso resa ancora più particolare da una torciata. Oppure perché se ero fortunato, se mio padre era libero dal lavoro, mi portava allo stadio per vedere la partita. E se la fortuna mi assisteva fino in fondo, potevo anche trovarmi ad un incontro con una squadra blasonata. Logicamente il mio sguardo per quasi tutti i 90 minuti finiva monopolizzato dallo spettacolo che offrivano le curve: erano altri tempi, non esistevano tornelli, non esistevano seggiolini e il fascino della notturna faceva il resto.

Oggi tutto è cambiato, prevalentemente perché non esiste più il minimo rispetto verso i tifosi e le televisioni decidono il da farsi solo in base all’audience che può suscitare questo o quell’altro orario o anticipo o posticipo. Mi ritrovo allo “Zini” di Cremona in un martedì pomeriggio alle ore 15, in programma Cremonese-Empoli, partita secca che deciderà chi prenderà l’A1 in direzione “Olimpico” di Roma per scontrarsi con la Lazio che, come tutte le compagini maggiori, parte già a manifestazione inoltrata. Altra scelta mossa solo dall’interesse di tutelare le compagini più forti ma che ha ulteriormente svuotato di significati la coppa.

Innanzitutto ritengo doveroso fare un applauso a tutti gli spettatori presenti, padroni di casa, ospiti, reggiani e parmensi al fianco dei loro gemellati perché, per seguire questa partita, sicuramente più di qualcuno ha dovuto fare i salti mortali col lavoro o la famiglia.

Un migliaio le presenze sugli spalti con maggior affluenza in curva Sud. La tifoseria grigiorossa, ad inizio partita, chiede esplicitamente alla propria squadra di tirare fuori gli attributi e onorare la maglia, viste le ultime performance in campionato. Durante la partita, molti i cori offensivi, in primis verso i parmensi, poi indirizzati ai toscani e infine non potevano scordarsi dei vicini di Piacenza.

Sono tre i bandieroni spesso alzati nell’arco dell’incontro, mentre in sottofondo la canzone “È la mia vita è…” fa da costante sottofondo e spinge la squadra al vantaggio. Vari anche i cori indirizzati ai gemellati di Reggio Emilia presenti con la pezza “Teste Quadre”, nel secondo tempo invece, espongono uno striscione di benvenuto a una nuova piccola tifosa grigiorossa.

Gli ospiti sono in 38 unità, divise fra “Desperados”, “Young Ultras” e BGE, oltre alla presenza degli stendardi parmensi. La presenza resta però silente dato che, per contestazione con la società per i risultati fin qui ottenuti, decideranno di non tifare, pur facendosi però sentire per rispondere ai cori offensivi oltre a qualche “Parma Parma”.

Non c’è da raccontare tanto di questa partita, che viene poi decisa dalla rete di Claiton al 35esimo del primo tempo grazie alla quale la Cremonese stacca il biglietto per proseguire il viaggio in coppa Italia

Testo di Giovanni Padovani.
Foto di Daniela Negri.