Il 2025 inizia con una bella notizia per i tifosi della Cavese, che attendevano con impazienza di poter tornare in trasferta. Dopo un susseguirsi di divieti con all’attivo l’unica trasferta in quel di Messina, nella partita precedente la pausa natalizia contro il Benevento, i sostenitori avevano fatto appello direttamente a Babbo Natale per qualche trasferta in più. Eccoli quindi volare, in oltre 300, a Crotone, non mancando di ringraziare con uno striscione dai toni tipicamente ironici ma provocatori, Babbo Natale e tutti gli elfi. Sperando che non abbia le stesse ricadute del precedente, giudicato censurabile per la frase “…e di portare via con te quelli con il casco blu!”, costata una diffida bella pesante al proprio lanciacori.
Lo stadio “Ezio Scida” di Crotone è il terzo impianto sportivo più grande della Calabria. Ma è stato anche il motivo di dissensi nel corso degli anni tra Sovrintendenza ai beni culturali, amministrazione comunale e società poiché insiste su una zona di grande interesse archeologico, ovvero sopra i resti del quartiere artigianale dell’antica Kroton. Attualmente – ultimo episodio di questa disputa – sono in corso lavori di rimozione della tribuna coperta amovibile autorizzata nel 2016 per permettere di disputare le gare di Serie A.
Inizio dunque il 2025 con una trasferta importante, e l’adrenalina è palpabile. Ci sono più prime volte in questa giornata, e me le godo tutte con entusiasmo. Mentre l’auto rotola verso sud, rifletto sul fatto che è la mia prima volta su un campo calabro, la prima occasione con la tifoseria del Crotone e la prima esperienza con gli aquilotti in trasferta.
Se durante il viaggio incontro neve e molta nebbia, ci pensano poi le tifoserie, ma soprattutto l’aria di giubilo in campo e sugli spalti, a scacciare il freddo di gennaio. I numeri del pubblico sono alti, e lo stadio si rivela molto accogliente, offrendo un’ottima visibilità di entrambe le tifoserie da bordo campo.
Arrivo in largo anticipo rispetto all’inizio della partita e parlando con alcuni storici tifosi metelliani, giunti in anticipo come me, apprendo che è proprio dagli anni ’90 che la Cavese non vince a Crotone, sebbene le due squadre si siano incontrate in diverse altre occasioni. Anche per questo motivo il campo è ritenuto ostico e il pareggio finale portato a casa dalla Cavese, è da considerarsi cruciale per la salvezza, risultando invece molto più indigesto per il Crotone.
Nonostante i Daspo ricevuti a Picerno lo scorso anno, in seguito a una contestazione nei confronti della squadra, che hanno lasciato strascichi significativi in una realtà così piccola, la “Curva Sud Crotone” presenzia in gran numero e canta e sostiene la squadra in campo senza interruzioni. Tutti gli striscioni e le pezze sono esposte capovolte. I tifosi di casa sventolano bandiere, i cori sono lanciati dai microfoni amplificati e compare qualche sciarpa qua e là, sebbene non si registri un picco particolare nel tifo in curva, tutti i tifosi presenti allo stadio, si registrano oltre 4.000 spettatori totali, sono partecipi calorosamente sostenendo con orgoglio i propri colori nonostante l’amarezza del risultato finale.
Presente in tribuna anche il gruppo ex “Gioventù Pitagorica”, che fino allo scorso anno era situato in curva sud, ma che storicamente ha trascorso alcuni anni anche nella vecchia curva nord o comunque sempre in disparte. Anche per loro quest’anno sono arrivate diffide in relazione al regolamento d’uso dello stadio.
Gli ospiti fanno il loro ingresso poco alla volta, ma una volta superati i controlli d’ordinanza, si schierano massicci occupando tutto il settore. I cori iniziano a diffondersi tra il gol del Crotone e il pareggio della Cavese. Quello che mi appare più evidente è che tifano sì, ma soprattutto si divertono sugli spalti, una felicità sicuramente alimentata dalla possibilità di presenziare e sostenere la propria squadra in trasferta dopo così tanto tempo.
Nel loro settore, dietro la porta, sono compatti e danno vita a uno spettacolo che mette in risalto i punti forti di questa tifoseria. Non mancano di fumogeni, alternanza di cori storici e quelli più recenti accompagnati da un tamburo sempre di qualità, e sciarpata conclusiva. I cori finali post saluto alla squadra vengono purtroppo coperti dal volume esageratemente alto della musica dagli altoparlanti, che prosegue ad oltranza nonostante il pubblico sia ormai uscito dallo stadio. Gli aquilotti tornano a casa con un pareggio ma anche reduci da una ottima prestazione di tifo.
Quasi dieci ore di viaggio per presenziare e documentare quella che sicuramente è stata una entusiasmante partita, da un punto di vista non solo delle tifoserie.
Testo e foto di Imma Borrelli