Un paio di ore dopo aver assistito a Teramo-Triestina, mi ritrovo a prendere un pullman destinazione Torino, ennesimo viaggio questa volta verso la parte nord – ovest della nostra penisola. Nonostante sia prossimo agli “anta”, la passione per i viaggi oltre alla scoperta di nuovi stadi mi spinge a fare sacrifici che poi così pesanti non sono quando c’è divertimento.
Arrivo a Torino, prima meta di giornata: essendo le prime luci di un’alba dicembrina fa molto freddo ma ciò non mi toglie la fantasia di farmi un giro nei pressi della stazione di Torino Lingotto prima di prendere il treno per Fossano. Da qui un altro convoglio mi porta alla mia destinazione definitiva, cioè Cuneo, dove nel primo pomeriggio i locali incontrano la vice capolista Carrarese.
L’attuale tendenza a sostituire stadi storici con altri nuovi, più confortevoli ma asettici, mi spinge a cercare di vedere quanti più impianti possibili fra quelli in cui ancora non sono riuscito ad esserci e ad assaporarne storie e memorie, prima che vengano cancellati per sempre.
Da qualche mese avevo voglia di presenziare sul rettangolo verde dello stadio di Cuneo denominato “Fratelli Paschiero”, in onore di Aldo e Riccardo, due calciatori cuneesi chiamati alle armi e morti in combattimento durante la seconda guerra mondiale. Appena gli impegni lavorativi me lo hanno permesso e in virtù anche della presenza di una tifoseria di rilievo, parto senza starci troppo a pensare.
Percorsi i circa 500 metri che separano la stazione dallo stadio cittadino, già le mura perimetrali appaiono come dei veri e propri monumenti e tutte le entrate nei vari settori sono caratterizzate da queste costruzioni storiche, con qualche scritta dei gruppi ultras piemontesi succedutesi nel tempo ed inevitabilmente consumate dallo stesso.
Dopo aver girato tutto intorno trovo un cancello aperto: vedendo sopraggiungere il magazziniere, e conoscendo la suscettibilità di certi personaggi, timidamente gli chiedo se posso scattare qualche foto. Con mio enorme stupore, un cenno del suo capo mi regala il piacere di vedere dall’interno questo vetusto impianto più volte ristrutturato e, sinceramente, la cosa si nota molto.
Alle due tribune in cemento, in epoca successiva sono state aggiunte coperture e seggiolini. Poi il passare del tempo e lo scalare delle categorie hanno portato diverse tribune in ferro: dapprima la curva dei locali intitolata “Curva Vasco”, in ricordo dello sfortunato tifoso biancorosso Francesco Di Stasi scomparso nel 2005, a cui poi si sono aggiunte due tribune, sempre in ferro, come settore ospiti. Infine sono sopraggiunte altre due strutture, una vicino alla tribuna coperta più grande e l’altra dalla parte opposta al settore ospiti.
Mancando tre ore al calcio d’inizio, ringraziato e salutato il cordiale magazziniere per la pazienza, mi dirigo nel centro di questa città che conta circa 56 mila abitanti. Torno allo stadio quando mancano circa tre quarti d’ora dall’inizio di questa sfida.
La Carrarese, come detto, si trova al secondo posto in classifica dietro al Piacenza e sta disputando un buon torneo come non le succedeva da anni. Anche il Cuneo sta disputando un discreto campionato, trovandosi a metà classifica pur con qualche problema societario che gli è costato tre punti nell’attuale classifica del girone A della terza serie.
Arrivo fuori l’impianto giusto in tempo per vedere l’arrivo di un pullman di ultras toscani, che scendono dal mezzo e passeggiano nelle vicinanze senza il benché minimo problema. Ma non c’è più tempo, per cui decido di entrare e mettere finalmente piede in campo da dove avrò una prospettiva migliore per vedere entrambe le tifoserie all’opera direttamente dagli spalti del “Fratelli Paschiero”.
Oggi gli spettatori presenti, nonostante la calda giornata che stona un po’ con la neve caduta nei giorni precedenti ed ancora presente e visibile a bordo campo, sono quantificabili sulle 7-800 unità con circa 150-200 tifosi dalla città del marmo che occupano una sola tribuna del settore ospiti, risultando molto colorati grazie a bandiere di varia grandezza.
Parlare degli ultras locali invece mi risulta difficile visto che in curva, ritrovo abituale dei più accesi sostenitori biancorossi, sono presenti solo poche decine di persone che non espongono nessun drappo. La parte più in vista e colorata risulta essere quella estrema della tribuna, con un piccolo gruppo di tifosi, i FEDELISSIMI, che armati di megafono e di un paio di bandiere cercano di sostenere come possono la formazione cuneese.
Entrambe le squadre, precedute dall’arbitro, calcano il terreno in erba naturale e subito gli ospiti si distinguono per una bella sbandierata, mentre i padroni di casa sventolano solo un bandierone ed una bandiera a scacchi biancorossa in zona tribuna.
Nel corso della partita ovviamente non c’è storia sugli spalti, con i toscani che sembrano giocare in casa pur non effettuando un tifo di quelli epici, ma tanto basta per vincere la partita del tifo.
Nel primo tempo la tifoseria ospite si fa sentire molto con cori di ottima fattura (sempre bello quello in onore dell’indimenticato capo ultras, purtroppo scomparso: “Ricordo che Lauro Perini cantava lalalalala”) ed un frequente sventolio di bandiere.
Tantissimi i battimani ed in un angolo del settore si nota anche il gruppo della tribuna. Nonostante prendano due gol in dieci minuti cercano di non abbattersi.
Nel secondo tempo, sotto di due gol, mi aspetto un crollo corale da parte dei carraresi che invece, pur con qualche piccola pausa, risultano molto convincenti. A pochi minuti dal novantesimo effettuano una bellissima sciarpata, che con l’aiuto degli stendardi e delle bandiere risulta molto colorata.
Passando ai padroni di casa, non c’è molto da raccontare: con la tribuna impegnata a farsi sentire in qualche occasione, con l’aiuto di qualche battimani e per il bandierone sventolato a più riprese, dei presenti in curva si registra poco o niente: primo coro dopo una ventina di minuti cui ne seguirà un altro sul finire del primo tempo.
Belle e prolungate le esultanze ai due gol delle squadra che permettono di battere la più quotata Carrarese. Nella ripresa, con la squadra avanti di due gol, il tifo rimane pressoché quello effettuato nella prima parte di gara con troppi momenti di silenzio alternati a qualche coro effettuato il più delle volte dalla tribuna con il megafono che si distingue nettamente dalle voci di gruppo.
Al triplice fischio è festa grande per i padroni di casa con i giocatori che vanno a salutare i tre settori dello stadio prima di riprendere la strada per gli spogliatoi, mentre i giocatori gialloblù, pur sconfitti, vanno ad applaudire i propri sostenitori che ricambiano nonostante la quinta sconfitta in campionato per gli uomini di mister Baldini.
Una volta fuori, appreso della partita di pallavolo di serie A2 tra la nobile decaduta Cuneo ed il Tuscania, decido di farmi gli oltre tre chilometri a piedi per vedere lo storico palazzetto dove l’allora Alpitour Cuneo ha conquistato diversi trofei sia nazionali che internazionali, con la curiosità di sapere se il famoso gruppo ultras dei Blu Brothers sia ancora in attività: voglia e passione valgono molto di più di una semplice camminata di qualche chilometro.
Marco Gasparri