Vi è mai capitato di passare quei pomeriggi all’insegna del luppolo e delle sigarette, a parlare con un amico di sottoculture e mondo ultras, confrontandovi su esperienze pregresse e scenari futuri? Devo ammettere che, al netto della retorica che pervade il nostro mondo, questi momenti sono spesso contraddistinti da un retrogusto di bellezza e poesia.

Questo preambolo è doveroso per parlarvi del libro che ho deciso sommessamente di recensire, in quanto parto proprio da uno di quei pomeriggi : “…il movimento Ultras italiano è visto come la Mecque di Europa…”, tuonava un caro amico francese che conobbi in un nefasto derby di Genova. Nefasto per la Samp, in quanto fu decisivo per la retrocessione dei blucerchiati nel 2011.

È vero, il movimento ultras italiano vive una stagione di forte crisi d’identità: questo per una miriade di cause, che trovano rifugio nella repressione, nell’imborghesimento delle masse, nella disillusione verso un mondo artefatto e sempre più coinvolto in scandali e pantomime degne delle migliori rappresentazioni greche. È pur vero, però, che per decenni i nostri gruppi hanno rappresentato un fulgido esempio di stile, compattezza ed azione che hanno ispirato nascita e sviluppo dei movimenti di tutta Europa. Tra questi, sicuramente, ci sono gli esempi narrati in “Curva Est”, da Gianni Galleri.

Prima edizione febbraio 2018, prezzo 15 € edito da Urbone Publishing – acquistabile oltre che su Amazon, anche sul sito dell’editore (www.urbone.eu / info@urbone.eu)  l’Isbn è 978-80-7562-048-4 se lo volete chiedere al vostro libraio di fiducia. Il libro è (innanzitutto) arricchito dalla prefazione di Matteo Falcone, dalla postfazione del giornalista Riccardo Lorenzetti e da sei illustrazioni dell’artista serba Marija Markovic ed è una sorta di reportage di viaggio che l’autore ha posto in essere, in otto distinte nazioni, così diverse antropologicamente e da un punto di vista geopolitico, ma unite dalla medesima passione per il calcio.

Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Macedonia, Bulgaria, Romania, Grecia e Cipro, traiettorie di un percorso volto a scoprire le anime calcistiche delle città balcaniche, destreggiandosi tra stadi dimenticati, burek fragranti e giri di birra con gli ultras, ricordando icone leggendarie e ascoltando le storie di chi riconosce in una maglia la propria genesi individuale e collettiva, il tutto in una sorta di espediente narrativo per parlare anche di storia, guerra, società e cultura.

Il volume, di circa 200 pagine, è un crogiolo di aneddoti ed episodi che si rincorrono dagli anni ’80, partendo dall’interruzione del derby tra Hajduk e Stella Rossa, dai partigiani bianconeri, dalle sfide Levski-Cska sino ai giorni nostri, il tutto attraverso una meritoria analisi storica di un territorio falcidiato anche dalla guerra e a mezzo dei racconti di chi, quei tragici momenti, li ha vissuti.

Non esiste un luogo al mondo che possa essere raccontato così bene attraverso il calcio come i Balcani. E non esiste un luogo così difficile da raccontare se non lo si è vissuto. Tutto questo è “Curva Est”, tutto questo è vivere il mondo del tifo, partendo dalla “Mecque” di Europa.

Gianluca De Cesare