Probabilmente per qualche ingenuo, incauto e distratto, noi che abbiamo forzato la mano ad inizio anno per far si che Igor Protti rimanesse a Livorno (altrimenti, lo ricordiamo, non sarebbe qui oggi…) non siamo in linea ed in contatto con chi da campo ha sempre rappresentato la curva come lui.

Sappiamo bene quale provocazione viene oggi da Igor, provocazione nel senso buono del termine, e sappiamo bene che proprio in questo momento, nel quale si sa che si stanno muovendo nove anime intorno alla società tra i quali degli imprenditori livornesi, è determinante provare a dare una spinta a quel gruppo che prova, nonostante i limiti palesi, a salvare la maglia amaranto. Perché acquistare una società in Lega Pro non sarebbe lo stesso.

Quindi raccogliamo la provocazione/sfida e torniamo a cantare domenica, ma solo perché crediamo che questo possa in un modo o nell’altro aiutare a liberare la città definitivamente dalla famiglia Spinelli, vero cancro della partecipazione al Picchi. Nel corso degli anni (noi) abbiamo sempre fatto tutto solamente per l’amore del Livorno, ed è proprio per questo che oggi, esausti, avevamo scelto di interrompere il tifo, logori degli atteggiamenti di chi manca di rispetto costantemente alla tifoseria e dalla città. Sappiamo anche che comunque sia la famiglia <<Brambilla>> ha i suoi seguaci, che definiremmo più propriamente cagnolini addomesticati, uccellini da gabbia che siedono in gradinata e tribuna, talvolta addirittura ai lati della curva per pagare meno, i quali sono vittime di uno stupro reiterato colpiti dalla sindrome di Stoccolma perenne. 
Quindi domenica torneremo a cantare per la maglia, per aiutare la squadra, ma senza provarci di contestare la Presidenza, e riservandoci di includere in futuro la figura di Peiani che, a conti fatti, ci sembra l’ennesimo bluff.

Lo facciamo perché necessario e perché nessuno deve privarci di festeggiare il 104º anniversario del Nostro Livorno nel silenzio, nel vuoto creato.
Se però a fine anno rivedremo lo stesso teatrino, siamo pronti anche ad arrivare a scioperare per un intero anno, disertando le tribune e astenendoci dal tifo, lasciandole solo a coloro che tifano e si esprimono in antitesi alla curva, e magari la domenica in trasferta stanno davanti alla TV.

Il logorio continuo al quale gli Spinelli sottopongono la piazza da anni, infatti, oggi ha creato il deserto in città intorno alla maglia amaranto, e come abbiamo sempre detto a questo punto, se non arriva un cambio, “meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine”. Meglio fallire e ripartire che morire lentamente.
Tanto siamo sicuri che anche un elemento come Igor, incipit di questa scelta, non cambiassero le sorti della società entro giugno, l’anno prossimo non sarebbe al suo posto. Perché sarebbe incoerente e non lo è mai stato.

Curva Nord Livorno 1915