Questa non è la partita dei feticisti delle figurine. Dei maniaci del selfie. Dei cacciatori d’autografi.

Non è la partita per vedere dal vivo i propri beniamini mediatici. Né quella per inneggiare a rivalità inesistenti, che in realtà celano ben altre discutibili simpatie. Non è quella per sfogare frustrazioni, o per riscuotere il gettone di presenza a tutti i costi, come evento imperdibile.

È una partita come tutte le altre. Con in palio punti importantissimi, come lo saranno tutti gli altri da qui alla fine. Né più né meno.

Sarà un’occasione in più per mostrare il nostro attaccamento alla maglia, il nostro orgoglio di popolo.
Siamo fieri di ciò che siamo. Ci battiamo il petto sempre, e davanti a chiunque.

Siamo consapevoli che questo tipo di contesti richiamano allo stadio tante persone che vivono il calcio con meno appartenenza di noi, come accade in tutte le realtà provinciali del paese. È uno status quo figlio del calcio moderno, che non ha alcun senso fingere di non vedere. Ma al quale manifestiamo aperta ostilità, questo è bene metterlo in chiaro.

Non ci battiamo contro i mulini a vento, ma pretendiamo rispetto per la nostra casa e per i nostri colori. Chi entra al Mazza in un settore diverso da quello dedicato agli ospiti, attraverso la libera vendita dei tagliandi, dev’essere consapevole del posto in cui si trova. Cioè la casa della S.P.A.L. E a prescindere dalle sue simpatie sportive deve averne rispetto.

Il concetto è limpido e il tema ormai consumato da centinaia di trattati che rasentano il sociologico, ma ci sentiamo pure di manifestare una certa soddisfazione per le dimensioni esigue del fenomeno a Ferrara. È più uno spauracchio da social che ci lambisce marginalmente.

La realtà dei fatti è che allo stadio, in particolar modo in Curva Ovest, non abbiamo mai avuto bisogno di puntualizzare la cosa. La gente, la nostra gente, ha sempre mostrato di avere un orgoglio pronunciato, che non necessita di pungoli. I nostri colori hanno sventolato in maniera esclusiva e fiera, come deve essere.
Perfino nelle due occasioni dello Stadium, dove il settore ospiti poteva risultare uno scomodo contenitore unico per diverse mentalità e diversi tipi di “fede”, non abbiamo dovuto piazzare grossi paletti.

Non vogliamo vedere altro che il biancazzurro, niente esultanze intollerabili, nessun festeggiamento o carosello che di senso ne avrebbe soltanto a Torino.
E, per ciò che ci è stato dimostrato fino ad ora, abbiamo motivo di credere che queste parole siano del tutto superflue.

Perciò dedichiamoci all’unica cosa che davvero conta. Sosteniamo la nostra S.P.A.L. e diventiamo determinanti. Ancora una volta!

FORZA RAGAZZI, FORZA MISTER, FORZA CURVA OVEST! ASFALTIAMOLI!!!