Da tempo gli stadi di calcio sono diventati sempre più un pretesto per la sperimentazione repressiva attuata a discapito non solo del mondo Ultras ma anche di ogni singolo cittadino.
Uno stillicidio iniziato con l’introduzione della diffida (legge 401/89), e poi un crescendo di repressione con la successiva legge 377/01, seguita da una serie di decreti e misure restrittive tra cui le leggi Pisanu e Amato, biglietto nominale, carta del tifoso, divieti di trasferte, inasprimento delle pene, telecamere, tornelli, metal detector, riconoscimento facciale, militarizzazione eccessiva.
Come sosteniamo già dai tempi di “Leggi speciali? Oggi per gli Ultras, domani per tutta la città”, la repressione però sta prendendo piede progressivamente anche nella vita di tutti i giorni ed al di fuori del contesto-stadio.
Ultimi tristi esempi, sono alcune norme sempre più adottate di recente come il “daspo urbano”, il “daspo preventivo” ed il “daspo fuori contesto”, basandosi non su reati commessi al momento ma valutando arbitrariamente (e spesso ingiustificatamente…) anche chi, negli ultimi 5 anni, è stato accusato di alcune tipologie di reati, anche se realizzati fuori da un impianto o da un contesto sportivo.
Tali reati comprendono quelli connessi allo spaccio di droga o al possesso di armi, contro il patrimonio o la persona, ma anche per la partecipazione a manifestazioni di piazza.
Il vero sopruso consiste nel fatto che per la legittimità del provvedimento non è necessaria la condanna del soggetto, ma basta la denuncia per uno dei reati indicati nel dispositivo. Ad essere sanzionata è dunque la presunta responsabilità del soggetto, a cui può essere impedito di accedere alle manifestazioni sportive o ad una zona della città.
Emblematica è la situazione assurda che stiamo vivendo noi, trattati come criminali in un “Simonetta Lamberti” in stile carcere con spuntoni, filo spinato, reti d’acciaio e bersagliati da questi provvedimenti pesanti oltre che dalle continue diffide mirate, limitazioni di libertà, divieti e recentemente gravati da un clima di tensione creato da questura, prefetti, tribunali ed istituzioni (ne sono ulteriore prova le opprimenti perquisizioni subite anche coi cani anti-droga ed il diniego degli strumenti del tifo) a cui diciamo BASTA, rivolgendoci anche a tutto il nostro popolo, poiché si tratta di una situazione che riguarda non solo noi Ultras ma che, come evidenziato precedentemente, può coinvolgere i frequentatori di ogni settore e qualsiasi cittadino.

IL PENSIERO ULTRAS SARÀ PIÙ FORTE DELLE VOSTRE INGIUSTIZIE!