Si parte di domenica mattina presto insieme a Simone per raggiungere la costa nord adriatica delle Marche; da quelle parti, oggi si giocherà un importante derby, non solo di classifica visto che si affrontano prima contro seconda, tra Fano e Sambenedettese.
Il viaggio scorre abbastanza velocemente, con un paio di soste, ed arriviamo a destinazione quasi alle 13, cioè due ore prima dell’inizio dell’ incontro. Dopo una passeggiata veloce in centro e un paio di birre, decidiamo di recarci allo stadio un’ora prima dell’inizio, notando che alcune vie sono chiuse al traffico e lo stadio è abbastanza militarizzato. Dentro, lo stadio è abbastanza pieno e ci saranno 3.000/3.500 spettatori con circa 550 tifosi rossoblu: settore ospiti pieno e tagliandi loro concessi andati subito esauriti.
Coreografia semplice ma sicuramente d’effetto per i tifosi granata, che espongono un copricurva con la scritta “FANESI” e tanti cartoncini granata laddove non arriva il bandierone a coprire; infine, in balconata, lo striscione di carta: “ORGOGLIOSI DI ESSERLO!”. Dalla parte opposta, i sambenedettesi espongono lo striscione da casa “Ultras” e cominciano subito a cantare.
Durante la gara, il tifo su entrambe le sponde sarà abbastanza potente e soprattutto continuo, con tantissimi battimani e belle sbandierate, anche se queste non saranno altrettanto continue. Diverse le torce accese dagli ospiti e buona l’intensità corale.
Nella seconda parte di gara, i padroni di casa espongono un paio di striscioni oltre a proporre una bella e fitta sciarpata che dura un paio di minuti. In questo frangente, il tifo cala leggermente con qualche piccola pausa e soprattutto cala in intensità corale, anche se è normale visto il risultato di 1-4.
Gli ospiti invece, nel secondo tempo, risultano sempre continui con molti battimani ed offrono una discreta sciarpata, seppur con qualche vuoto. Molti i cori di scherno che le due tifoserie si scambiano, anche perché con i granata sono presenti alcuni tifosi ternani, da molti anni gemellati con loro, che espongono lo striscione “URBAN KAOS TERNI” e sventolano un paio di bandiere rossoverdi.
Al triplice fischio finale le due squadre si portano sotto i rispettivi settori per ringraziare le loro tifoserie, colpiscono soprattutto i tifosi granata che nonostante la larga sconfitta cantano ed esultano davanti alla squadra come se niente fosse.
Fuori lo stadio c’è movimento, con gli ultras fanesi che cercano di forzare il cordone della polizia: vola qualche manganellata, poi ci saranno dei contatti sempre intorno al “Mancini”, ma non essendo presente ai fatti non posso dire niente oltre questi dati trapelati nella cronaca locale. Durante la settimana si verrà a conoscenza delle misure repressive che dovranno subire entrambe le tifoserie: per i rossoblu trasferta vietata ad Isernia, mentre per i granata vietata addirittura la trasferta di Jesi, nonostante la forte amicizia che li lega con i locali e che dura da moltissimi anni. Stranezze di quest’Italia, che quando c’è da usare lo stesso metro per cose ben più gravi lascia correre, ma quando deve punire o reprimere quel che gira intorno al calcio è inflessibile e non lascia spazio a distinguo o attenuanti.
Al di là di tutto ciò, faccio invece un applauso ad entrambe perché, nonostante sia solo serie D, hanno offerto uno spettacolo degno di nota. Ci lasciamo alle spalle lo stadio di Fano per andare a prendere la macchina e dirigerci verso Ascoli, dove in serata c’è l’interessante incontro Ascoli–Pescara.
Testo e foto di Marco Gasparri.
Video di Simone Meloni.