A seguito del comunicato firmato Curva Nord Brescia (clicca qui per leggerlo), pubblicato su vari siti internet locali e nazionali, Diego Piccinelli, portavoce del Gruppo Brescia 1911 Ex-Curva Nord e marito di Milva Cerveni (Ultras dello stesso gruppo e autrice del lavoro messo in discussione dal comunicato succitato), risponde pubblicamente:

“Sebbene riconosca/sostenga da sempre la potenza comunicativa di siti internet, social network, ecc., non sono solito utilizzare Facebook per esprimere ciò che penso, soprattutto quando devo esprimere un pensiero personale o un’opinione di un certo tipo.

Solitamente, se devo dire qualcosa a qualcuno, lo faccio direttamente, a costo di rimetterci la libertà.

In questo caso, però, mi sento in dovere di rispondere -con le stesse “armi” di chi attacca la mia famiglia- a delle accuse (queste sì vergognose, poiché sono facilmente strumentalizzabili) per difendere una persona che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco da sempre e per una giusta causa: quella degli Ultras, a prescindere dal loro colore e dalla loro appartenenza. E tutto questo senza mai cercare il facile applauso e senza godere dei favori di Questura, società e stampa (credo che ormai ciò sia più che evidente).

Per chi non l’avesse ancora capito, mi riferisco al comunicato pubblicato oggi dalla Curva Nord del Brescia.

Non so chi, e soprattutto non so perché, qualcuno abbia deciso di rendere pubbliche delle perplessità (di certo legittime, ma non per questo autorevoli) riguardo a un lavoro di cui si parla ormai da mesi (preceduto fra l’altro da altri lavori simili nella sostanza e dalle identiche finalità) e che ha raccolto i favori e i riconoscimenti da tantissime parti, non solo Ultras.

Non so chi, e soprattutto non so perché, qualcuno abbia deciso di farlo in questa maniera… “discutibile”, mettendo alla gogna un Ultras senza nemmeno conoscere l’utilità e la finalità di questo progetto.

Oltretutto, solo dieci giorni fa, raccoglievo la solidarietà da parte di molti ragazzi appartenenti al gruppo dell’attuale Curva Nord Brescia per come ero stato sbattuto in prima pagina da un noto giornalista locale, ormai noto per la sua superficialità e per la sua ambizione.

Per questo, lo confesso, sono stato colto di sorpresa da questo comunicato che io non definirei vergognoso, ma sul quale molti dovrebbero riflettere, soprattutto in virtù di quelle battaglie che molti (ahimé non tutti) stanno combattendo contro la disinformazione, la tessera del tifoso, l’art. 9, le diffide gratuite, i fogli di via, l’associazione per delinquere, la repressione tutta.

Più delle accuse e della presa di posizione (evitabilissima, altro che sentirsi in dovere) di una Curva che -per molte ragioni e per una scelta dolorosa ma inevitabile- non è più la mia, mi dispiace che qualcuno abbia voluto “allargare” la sua “critica” anche a persone estranee a questa vicenda. Mi riferisco in particolare al “piccolo gruppetto” (notare l’aggettivo a rinforzo di un già antipatico diminutivo) citato nel comunicato. Un gruppetto che negli anni, con molta, sincera umiltà, ha saputo fare delle scelte impopolari, pagando un prezzo altissimo.

Un gruppetto che negli anni è diventato -a torto o a ragione- riferimento per molte altre realtà, anche più grandi, numericamente parlando.

Un gruppetto che, se oggi è questo, deve ringraziare la società e -soprattutto- gli “amici” di San Polo (come dimenticare le trenta e più diffide gratuite di due mesi fa che hanno colpito tutti i maggiori responsabili del gruppetto?).

Cose queste che -fortunatamente o sfortunatamente, a seconda dei punti di vista- non tutti possono “vantare”.

Mi dispiace per mia moglie che, pur essendo una donna, ha dimostrato con i fatti, non solo a parole, quella Mentalità tanto decantata da sedicenti ultras che oggi, in un calcio moderno regolato da tessere del tifoso, permessi della Questura, sconti della società, ecc., oggi si sentono in diritto -o in dovere- di ristabilire una verità che magari non gli appartiene nemmeno lontanamente.

Ci sono cose che mi hanno fatto vergognare in tutti questi anni di stadio (o di diffida, fate voi), e se ora non le ricorderò ai diretti interessati è per lo stesso motivo per cui schifo certi gesti.

Di due cose però andrò sempre fiero: del mio gruppo e di mia moglie.

Peccato che domani non possa essere allo stadio per ribadirlo ancora una volta.”

Avanti Ultras!

Diego Piccinelli

[Fonte: Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord]