Nel momento in cui l’Europa celebra il suo “ACAB Day”, venerdì 13 dicembre a Digione si gioca un “derby”, quello tra il Dijon FCO e l’FC Sochaux-Montbéliard, che si annunciava bollente ed anche se la partita in campo si è rivelata poi deludente, non lo è stata altrettanto sugli spalti.

Una terza divisione sottovalutata?

Pur lontano dalla Dritte Liga tedesca o dalla Serie C italiana, anche la National 1, ovvero la terza divisione francese, ha la sua particolarità. In questa stagione, infatti, ospita grandi nomi del calcio francese come Le Mans FC, l’US Orléans, l’FC Rouen, il Nimes Olympique o l’FC Sochaux-Montbéliard. Tra orari indecenti, partite infrasettimanali, chiusure prefettizie e stadi più che rustici, gli spalti cercano di mantenere il loro antico splendore, quando potevano competere con i grandi nomi del calcio francese, come parigini, marsigliesi e altri ancora come Saint-Etienne o Lens.

È in questo contesto che troviamo l’FC Sochaux-Montbéliard, creato nel cuore della fabbrica automobilistiche Peugeot che l’ha fondato nel 1928 e ne ha detenuto le redini fino al 2015. Il club simboleggia un’intera regione spesso dimenticata, persino denigrata, vale a dire la Franca Contea, nonché una certa anima operaia e molto popolare.

Dalla parte opposta, il Dijon Football Côte D’Or ha la particolarità di essere un club relativamente giovane, poiché è stato creato solo nel… 1998, in seguito a varie fusioni. Dopo essersi evoluto per anni all’ombra del suo vicino invasivo AJ Auxerre, è tornato in Ligue 1 per la prima volta nel 2011, prima di scendere molto rapidamente e tornarci una seconda volta nel 2016.

Duello delle Tribune Nord e…

I due club si giocano la promozione in Ligue 2 e vi è inoltre una certa acredine tra i gruppi ultras delle due sponde, con vari scontri e altre provocazioni nel passato. Sono ancora le 18:00 circa quando una cinquantina di ultras del Dijon, tutti vestiti di nero, arrivano in corteo nei pressi dello stadio Gaston-Gérard. La tensione è palpabile e mentre i Lingon’s Boys 12 (LB12) preparano il tifo serale, la Tribune Nord (TNS o Teheness) dell’FC Sochaux arriva nel settore ospiti, portando la sua quota di provocazioni e insulti.

Il termometro è sotto lo zero ma il tifo sulle due tribune è pronto a far aumentare la temperatura. Un enorme telo raffigurante Itachi, personaggio del manga Naruto circondato da gufi (emblema della città) copre la Tribuna Nord di Digione, mentre un piccolo telo copricurva rotondo, raffigurante una coccarda tricolore blu-bianco-giallo, copre la Tribune Nord di Sochaux formato trasferta.

Un enorme scoppiettio di torce e fumogeni illumina ogni lato e i tifosi del Sochaux ne lanciano alcuni in direzione della tribuna di Digione. Si scatenano le ostilità!

La partita è piuttosto equilibrata e le due squadre lottano per capitalizzare le varie occasioni da gol. Nelle curve, i due settori offrono un autentico spettacolo, basato su pogo, salti, urla e la vicinanza tra la tribuna nord e il settore ospiti, consente ad alcuni di impegnarsi in una battaglia psicologica tra sguardi truci, diti medi e minacce di tagliare gole.

duello di alleanze.

Si arriva così agli ultimi dieci minuti, quando la TNS srotola lo striscione “Quando il telefono fa rumore, il gufo dorme”. L’allusione è a una chiamata nottetempo da Sochaux verso Digione per un “invito galante”, che non avrebbe trovato risposta dalla controparte, stando a questa versione.

In risposta, gli LB12 alzano cori per celebrare l’amicizia con Losanna; cori allo stesso tempo amichevoli e provocatori, considerando i legami di Sochaux con Ginevra, prima con gli ultras del Servette FC e poi del Geneve Servette HC di hockey.

Nelle ultime battute gli ultras di Sochaux scavalcano una recinzione, seguiti subito da quelli di Dijon. Volano insulti, così come molti oggetti: petardi, birre, fumogeni e i Lingon’s, per precauzione, rimuovono i loro striscioni.

L’arbitro fischia la fine della partita e le due squadre si avviano verso gli spogliatoi con il punteggio di zero a zero. Lo speaker augura a tutti i tifosi un buon Natale e un felice anno nuovo e Maria Carey può cantare la sua “All I want for Christmas is you”. Una canzone che, per quanto gioiosa ed evocativa della magia del Natale, contrasta con l’atmosfera tesa che regna tra i due gruppi.

Max Michelet