Chissà quanto tempo dovrò aspettare, per rivedere una partita del Bari la domenica alle 15. Emozioni ormai perdute, e di così breve durata, da non farci dimenticare che tra qualche giorno saremo di nuovo catapultati nel calcio spezzatino, condito dai nauseanti anticipi e posticipi dagli orari assurdi, che fanno perdere i miseri entusiasmi rimasti e soprattutto le nostre amate tradizioni.

La giornata e la partita ti consigliano di preferire prima una bella mangiata domenicale, per poi arrivare allo stadio a ridosso del fischio iniziale. Anche oggi sono deliziato dalla presenza di Antonio Vortex, che da qualche settimana sta prendendo il vizio di far visita al San Nicola, “teatro” sempre chiacchierato, ma che riesce a non perdere mai il suo fascino.

Da Lanciano entrano nel settore un centinaio scarsi di supporters. Il gruppo organizzato si posiziona nella parte alta del settore. La situazione climatica non promette nulla di buono e saggiamente per prevenire ogni tempesta, ed evitare di farsi la strada del ritorno inzuppati di umidità e acqua, preferiscono posizionarsi nella parte coperta. Al diavolo la mentalità evviva l’astuzia e intelligenza. Ma nonostante il cielo cupo non scenderà magicamente neanche una goccia d’acqua.

Fuori al settore, si nota un pulmino con un gruppo rimasto fuori. L’occhio di Antonio Vortex, a fine primo tempo, mi fa subito osservare che quel pulmino come d’incanto non c’e’ più. Due le tesi avanzate. La prima, eventualità, molto remota, è il furto, la seconda più attendibile e sicura, la presenza non tesserata da Lanciano “mordi e fuggi”.

I presenti nel settore non mi entusiasmano più di tanto e sul piano canoro lasciano molto a desiderare. Si sentono molto sporadicamente, anche dalla Sud. Fermo restando che rimangono pareri personali fini a se stessi e che, come dico sempre, la presenza compensa, ripaga e fa cancellare ogni giudizio scritto.

Il pubblico di Bari risponde numericamente sempre bene, nonostante la grandezza del San Nicola. I giornali già dal lunedi pompavano l’ambiente e davano per certe 30.000 presenze. Non riesco a capire come facciano ad avere queste certezze. Maghi giornalisti, falliti e inventori delle solite falsità.

Bella e fitta come sempre la sciarpata iniziale, seguita dallo striscione “trasferte libere” tenuto su per un quarto d’ora abbondante, chiaro riferimento al tormentone della trasferta vietata a Latina, anche ai possessori della tessera. Siamo alle solite, discorsi fritti e rifritti. Le trasferte dovrebbero essere libere per tutti senza porre vincoli e distinzioni dovuti a una card, che a distanza di anni, sta facendo ricredere anche i semplici tifosi, che vorrebbero seguire la propria squadra e si trovano spesso impossibilitati a farlo.

Non mancano cori contro le fdo, seguite dall’immancabile sostegno diretto dai Seguaci della Nord, caratterizzato dal continuo sventolio di bandiere. Un secondo tempo sopra le righe. Venti minuti ininterrotti che mettono alla luce lo “stampo italiano” barese, che ricalca le vecchie tradizioni del movimento ultras nazionale. Solita presenza non tesserata nella Sud inferiore, coerenti nelle loro idee, ridotti numericamente a poche unità mantenendo ben solida la loro coerenza e fermezza suicida.

Testo Massimo D’Innocenzi

Foto Antonio Vortex